Tutto è fisica - Susan Sontag

Leggo "La coscienza imbrigliata al corpo" (Nottetempo edizioni, 2019), i diari di Susan Sontag (1964/1980),  e mi ritrovo a far parte della sua vita. Mi ci perdo dentro.
Avrei voluto conoscerla, frequentarla.

Era bella, la Sontag.
Un volto greco scolpito nel marmo, le gambe lunghe.
Nei diari c'è spesso la cronaca di amori vissuti in maniera sbilanciata, che la ferivano.
Era fragile, intellettualizzava il mondo per proteggersi, come se "capirlo" potesse darle l'abbrivo necessario per affrontarlo.
È stata un'artista eclettica: la sua curiosità e il suo sguardo sulle cose non avevano limiti. La dominava qualcosa di irrisolto, un'inquietudine che era grande rispetto per la vita.

L'ultimo amore della sua esistenza, lungo quindici anni, è stato Annie Leibovitz. È lei, l'autrice dell'ultima foto. Tra le due immagini c'è stata  molta vita: irrequietezza, dolore, passione. Ci sono state le  cadute, i brividi, le esigenze del corpo e quelle del cuore, gli incontri. Le carezze sul viso, il vento nei capelli, il malumore e le risate. Un figlio.

Dunque, pensavo, l 'inquietudine non ci salverà.
Aver vissuto  da intelligenti od  ottusi non farà la differenza, così come essersi fatti delle domande, o averle eluse tutte.
A pagina 170 del libro la Sontag scrive: "LSD: tutto si decompone (sangue, cellule, nervi) - niente struttura, niente situazioni, niente coinvolgimento. Tutto è fisica".



















Commenti

Post popolari in questo blog

Persone

Mia madre, di Doris Lessing

Da Malaga ad Almeria, coast to coast: cosa vedere in una settimana