Iv Sor (cartoline dalla Cambogia)
L'ampia volta ha la forma di una "V" rovesciata e si apre verso l'esterno. Da quel varco si spande una luce accecante, sfuggita all'intrico dei rami. Albeggia e il sole già fende coi suoi raggi la nebbia del mattino, allungando a dismisura le ombre sul terreno. Sor è un uomo di circa cinquant'anni, ha un corpo esile e un viso dalla pelle bruna. Sta curvo, seduto sul dorso dell'elefante, ne conta meccanicamente i passi, pare un suo prolungamento. Entrambi sembrano accecati dall'abbaglio. L'uomo mastica e sputa. Tra poco, magnifiche, le pietre del Bayon si staglieranno all'orizzonte, appena sfiorate dal tempo. Subito dietro all'alto muro invaso dal muschio color smeraldo appariranno i volti immobili, col loro freddo sorriso, i nasi tagliati come diamanti. L'uomo ama quei visi imperscrutabili sin da quando, bambino, sentiva suo padre narrare i miti della foresta e dei sacrifici umani in onore degli dei. Lo preparava a quello che sarebb