Francesca Spada o della disillusione di partito
Sulla porta di casa sua figlia l’ha inseguita e le ha stretto le gambe all’altezza delle cosce. I bambini sentono sempre ciò che sta per accadere. Ora sale verso i Camaldoli, lungo i tornanti trafficati. Lancia uno sguardo ai muretti a secco invasi dalle erbacce, alle scritte che inneggiano all’amore libero. La conosce: è la sua Napoli in disuso, stanca come una vecchia in pantofole. Francesca guarda ogni cosa senza disgusto, come se non la riguardasse più. E’ bella ancora, la ruga tra le sopracciglia non appesantisce il suo sguardo, curioso come quello di un bambino. Fa caldo, nonostante l'estate sia ancora lontana. E’ un giorno di ricorrenze e giaculatorie nelle chiese. Sente le mani incollate al volante. Sudano come quelle di sua figlia quando gliele ha strette sulla porta di casa dicendole: Torna subito . Un ragazzo in motorino le taglia la strada, tra le labbra gli penzola una sigaretta, frena bruscamente e alza le mani in segno di scusa. Il rumore stridulo del