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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

The Missing Picture movie trailer

Cambogia, un racconto fotografico

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Per parlare della Cambogia si potrebbe cominciare proprio dalla frase riportata nella foto qui di sotto, che la dice lunga sulla saggezza dei cambogiani.   La scuola delle torture, l'S21 Quella stessa saggezza che ha consentito a un popolo tanto martoriato - il cui 70 %, oggi, è composto solo da giovani al di sotto dei trent'anni - di superare gli anni della Kampuchea democratica, dell'auto-genocidio e dell'orrore. Ho visitato la scuola della capitale dove i dissidenti - o presunti tali - venivano torturati. L'S21 prendeva il nome dalla radiofrequenza locale. La guida che ci accompagnava è uno dei pochi sopravvissuti allo sterminio. Ha perso il padre, due sorelle e un fratello, durante il regime dei nove. Ce lo ha raccontato mentre eravamo seduti su una panchina, nel cortile della scuola, in cerca di refrigerio. Lui - che si chiama Iv Sor ed è una persona amabilissima, oltre che un'ottima guida parlante italiano - faticava a raccontare. E non era certo p

Un piccolo lago di innocenza - Irene Frain, Beauvoir in love, pag. 291

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Non c'è nessuna debolezza, in questo perdono. Ma semplice tenerezza. E' fedeltà a una visione dell'esistenza che N. ha iniziato a mettere in scena nel suo romanzo: ogni essere umano custodisce dentro di sé, fino alla morte, un piccolo lago di innocenza; è la vita che lo ferisce e lo spinge a far del male agli altri. E se N. sussurra ancora una volta "Piccola, piccola" nel ricevitore, è anche per far capire a S. che conosce il suo segreto: in realtà, lei non è altro che una povera bambina ferita, infelice, smarrita. Anche Sartre ha la sua parte di sfortuna: la bruttezza.

Beauvoir in love, di Irène Frain

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L’eterna storia della coppia aperta. Stavolta la spiamo da vicino, questa coppia, utilizzando i diari e le lettere che Simone scrisse a Nelson (perché le lettere di Nelson alla donna non sono mai state pubblicate e i suoi agenti non ne hanno mai autorizzato la divulgazione). Attraverso quest’amore comprendiamo meglio (per converso) il legame che tenne assieme il padre dell’esistenzialismo e la francese che ragionava come un uomo. La scrittrice bretone Irène Frain, sulla vicenda dei tradimenti reciproci di Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre, ha imbastito un romanzo molto bello, intitolato ‘Beauvoir in love’, che ha il grande merito di essere equidistante e impietoso nei confronti dei protagonisti. Siamo nel 1947, Sartre vive una passione ricambiata per una bella donna di origini algerine – ma trapiantata in America - di nome Dolores Vanetti, che Simone ribattezzerà ‘la maledetta’. Non è il solito amore contingente, Sartre è molto attratto dalla ragazza e Simone sa che,

Anche quando

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Spesso, quando si esamina l'ambra, imbalsamati nella pietra si possono osservare frammenti di felce o di insetti perfettamente conservati. Si chiamano inclusioni. Centinaia di milioni di anni fa, in fondo a una foresta, è accaduto qualcosa. Non sapremo mai che cosa, eppure quell'evento ha lasciato una traccia, non voleva morire del tutto. Questa ostinazione è affascinante, a volte si resta a fissare quei frammenti senza riuscire a distogliere lo sguardo. Lo stesso accade con le storie d'amore: anche quando finiscono, alcuni particolari apparentemente insignificanti - stralci di cene, briciole di dialoghi, gesti intravisti di sfuggita - restano impressi nella memoria degli amanti e muoiono con loro. Tratto da 'Beauvoir in love', di Irène Frain