"Calafiore", l'ultima riuscita prova d'autore di Arturo Belluardo
Ho letto tutto d'un fiato l'ultimo romanzo di Arturo Belluardo. Ho riso e mi sono pure molto commossa. C'è dentro una storia di obesità, di disattamento, ma c'è anche una vicenda di "cannibalismo", quello che riguarda ognuno di noi; è la biografia di un perdente, probabilmente stanco di soccombere alle logiche dei furbetti e dei meschini. "Mangiare o essere mangiati?", scriveva Clarice Lispector in un romanzo letto molti anni fa. L'eterno dilemma non muta. La gentilezza che viene presa per stupidità, il pudore che viene scambiato per incapacità: sono vicende all'ordine del giorno per Pino Calafiore, archivista bancario che convive con una ragazza madre e per il quale mangiare rappresenta la sola, vera consolazione. Vessato dai colleghi, tradito in amore e troppo onesto per concepire l'esistenza come mera prevaricazione dell'altro, accetterà di partecipare ad una gara da Guinness dei primati in diretta