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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Rossa

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Rossa di papaveri e di luce era la pelle e la paura.    

Sonno

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"Comprenderete ciò se vi rendete conto di cosa significa che l'uomo è addormentato, che egli non può 'fare', non può ricordare se stesso; quando pensate al costante flusso inconsapevole di pensieri nell'uomo, ai sogni ad occhi aperti, all'identificarsi e al considerare, alle conversazioni mentali che avvengono in lui, alla sua costante deviazione verso una linea di minor resistenza. La gente crede che gli accidenti siano rari, ma in realtà la maggior parte delle cose che le accade è accidentale". P.D.Ouspensky

Penisola iberica

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Certe città somigliano ad altre. Ci sono ponti e fiumi, vicoli e strettoie, passi di catene, anelli di fumo, uno legato all'altro: sono segnali - divieti di passaggio -, e tu ci passi, nuda. Così, la città (che somiglia all'altra e ti somiglia) ti svela e ti rivela, specchio e premonizione, stupendo vaticinio, promessa di un altrove.
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"E poi domandati: questa felicità, ha una causa?"

Sofia Ekaterina di Russia, una lettera a Grimm

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Un ritratto di Caterina II di Russia, già sessantenne "Caro Grimm, mi sento sfinita, ho mani e piedi gonfi, non vedo bene. Ho appena sfamato gli uccelli, li guardo posarsi sul davanzale della mia finestra ogni mattina. Uno svolazzo, un battito d'ali, spargo briciole di pane in attesa che arrivino. Sono diventata romantica. Sono una donna sola. Poi, stamane, un colpo di vento ha spalancato le imposte e il freddo che saliva dalla Neva m'ha stretto il cuore. Per un lungo istante mi sono vista riflessa nei vetri: il mio viso senza più contorni, le guance smorte. Non ti piacerei, mio caro Grimm, sono diventata una vecchia donna senza fascino. Allora ho chiuso in fretta i battenti e mi sono detta: 'Presto sediamoci, facciamo il punto, ricominciamo'. Così, ho deciso di scriverti. Da quella volta, dal giorno del mio sessantaduesimo compleanno, non ho portato più i capelli sciolti sulle spalle. Un taglio netto, un addio al passato, diresti tu. La mia vita, il
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Cosa resta di uno sguardo? Si fanno foto per malinconia, o per attaccamento. E perché si sa, in fondo, che tutto ci sarà tolto. Siviglia, in strada