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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

Viva la libertà

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“Vi va la libertà” , di Roberto Andò , è un film profetico che consiglio a tutti di andare a vedere. Narra la storia di un uomo di potere, il segretario del principale partito di opposizione, Enrico Oliveri - interpretato da Toni Servillo -, che sparisce nel nulla, abbandonando la poltrona. Viene in mente il gesto clamoroso del Papa, che il film sembra anticipare. Un gesto di sconfitta? Un grido di allarme? Una strategia? L'onorevole Oliveri fugge a Parigi da una sua antica fiamma, senza avvertire neppure i suoi più stretti collaboratori. "La rinuncia al potere", dice Roberto Andò, "può diventare un'operazione di risoluzione. Si riscoprono così gli 'eroi della ritirata', abili perché in una battaglia la ritirata è molto più difficile delle azioni di attacco". Ed è proprio sul gesto di rinuncia che si sviluppa la trama del film. Da un lato il potente leader di partito, cinico e stanco; dall'altro il fratello gemello, sempre interpretato da

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La Candelora nel ventre di Napoli è "Dal buio alla luce"

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Rifugio antiaereo ma, prima ancora, acquedotto greco, utilizzato poi dai romani, a 24 metri di profondità dalla superficie della terra. “Napoli del sottosuolo” ha un accesso da Piazza Cavour e si estende per chilometri dentro le viscere della città. Fu usata come discarica per molti secoli e poi, grazie all'impegno di alcuni volontari e all'intervento decisivo dell'Associazione La macchina del tempo, è diventato un luogo misterico che, saggiamente, Cinzia Caputo e Barbara Beth hanno deciso di 'utilizzare' per la loro personale rivisitazione di Persefone. La Candelora nel ventre di Napoli - Dal buio alla luce, ha attratto non poco pubblico, lo scorso tre febbraio 2013, nonostante il tempo inclemente e la pioggia battente sulla città. Accompagnati dalle danze di Elisabetta Surico, dai canti di Massimo Rispoli e dalle musiche di Carla Punzo, Francesco Guarracino e Gustavo De Lutio, è iniziata, con Persefone, la discesa nel buio.Persefone (Kore) fu imprigionata da

Veniero Scarselli

“Io non sono poeta; anzi, colgo l'occasione per pregarti di non scriverlo più sulle buste, poiché l’unico titolo che riconosco, se proprio vuoi adularmi, è quello di Libero Pensatore (...). Ammetto senza alcun ritegno di non amare neppure la poesia, almeno come la intendono loro. Neppure la mia, quella scritta prima degli anni ‘settanta, epoca in cui mi sono deciso a buttarla nel cesso. La nuda verità (di cui più non mi vergogno) è che, piuttosto che leggere o scrivere prosa o poesia di intrattenimento, ermetica, intimistica o minimalistica, preferisco stare a contemplare le mie sagge pecorine mentre brucano l’erbetta scegliendola sapientemente foglia a foglia".(V. Scarselli, lettera privata).
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Nelle viscere napoletane, seguendo il mito di Persefone.