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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

"Il giovane favoloso", di Mario Martone

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Per tutta la durata del film vaghiamo inquieti da Recanati fino a Napoli, nel buio dei vicoli, tra i lazzari: con noi,  un 'ragazzo favoloso', accompagnato da Antonio Ranieri, suo alter ego, spalla, sostegno, sempre affianco. Poi, alla fine del film, siamo sotto le pendici del Vesuvio, quando a Leopardi è chiara la visione di se stesso - e di noi tutti - così minimi e perduti: piante di ginestra, che lottano, s'arrampicano, esplodono al sole. Un bel film, con qualche ombra e forse non all'altezza di 'Morte di un matematico napoletano', ma l'imperfezione lo rende ancora più struggente. Ricordo alcune frasi di Citati, a proposito di Leopardi , nella biografia che gli dedicò anni fa e che trovai complicata e ostica da leggere, per addetti ai lavori. Ma la descrizione del poeta, fatta da Citati, era da brividi. Quel suo esser capace di far sentire gli altri 'importanti', riflesso della sua grandezza solamente : gentile anche di fronte alle mesc

Gabriella Maleti

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        Non riesco ad immaginare dove fu se non in un campo impreciso di contadini, a settembre, come soluzione e principio.   Noi siamo chi rimane, oggi, e osserva. Dopo aver passato maniche, budelli, interstizi, sepolture, siamo appassiti cuscini da riposo, sonnolente cariche, logori ricercatori di quando e come, e dove avvenne, ed immaginare i superflui respiri del concepimento: tutto sommato balle, mentre pensavano “loro”, per brevi momenti, d’essere padroni   lì del tutto, ed era il niente ripetuto, riammesso alla luce, alla vita, poiché vita nasce anche senza volontà di vita.   Immagino “loro” menti valide e invalide, dalla strampalata cresta di gallo che ubiqua galleggiava al di qua e al di là del precipizio, mentre era così facile seguire il senso dell’elementare atto, che a loro insaputa portò ad un concepimento.   Ora, da grande, sono finalmente un lustrascarpe, un tig

"Frantumi": il progetto di Mario Francesco Simeone e Vincenzo D'Argenio

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Si può coniugare 'street art' e letteratura, ricerca personale e innovazione, seguendo le impronte di grandi autori come Musil e Céline? Ci hanno provato Mario Francesco Simeone e Vincenzo D'Argenio. Che, a questa unione di competenze ed esperienze, hanno dato il nome di 'Frantumi'. Sono giovani e pure assai simpatici e comunicativi, il che non guasta. A sinistra, Simeone; a destra, D'Argenio 'Polvere', 'Vetro' e 'Schegge' sono i titoli della trilogia che vede protagonista un uomo di nome Francesco. Le immagini di copertina si pongono quale riferimento immediato alle storie che si narrano. Una delle opere di D'Argenio Vincenzo D'Argenio usa racconti visivi realizzati con la tecnica dello stencil, 'sorella minore' della serigrafia. Si occupa anche di street art, come dicevamo all'inizio: un fenomeno di massa che riguarda gli artisti urbani. "Un'antitesi all'arte intesa in se

Il giusto sdegno

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Vince chi osserva la realtà, non chi si specchia negli occhi dell'avversario... "Parlare di un auspicabile incontro (col responsabile della fabbrica di prodotti chimici nella quale aveva lavorato ad Auschwitz) era come cercare un alibi...(...). E' inutile cercare eufemismi, parlare di pudore, ribrezzo. Paura, era la parola. Mi conosco: non posseggo prontezza polemica, l'avversario mi distrae, mi interessa più come uomo che come avversario... lo sdegno e il giusto giudizio mi tornano dopo, sulle scale, quando non serve più". Primo Levi, a proposito del mancato incontro con uno dei suoi aguzzini, dopo la fine della guerra e della persecuzione anti-semita.

La trattativa, di Sabina Guzzanti: il cinema al servizio della verità

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Ci vuole coraggio per sceneggiare, girare e produrre un film come 'La trattativa'. E serve coraggio anche per vederlo: uscendo dalla sala, dopo due serratissime ore, ero come inebetita. La locandina del film 'Il Giornale' ed altri quotidiani di 'destra', hanno ovviamente screditato la pellicola di Sabina Guzzanti, definendola un "flop". Su 'Il fatto quotidiano', invece, ci sono - reperibili anche on line , vedi sotto - degli ottimi articoli dedicati a questo film. Infatti qui, più che gli incassi, conta la portata riflessiva dell'opera, per il quale era stato chiesto un contributo ministeriale mai concesso . Pochissimi i personaggi della politica italiana degli anni '90 - ma molti sono ancora in auge o manovrano dietro le quinte - che ne escono bene. "Ogni parola della sceneggiatura", ha sottolineato la Guzzanti, "è stata controllata 1670 volte". Ma c'è chi ha minacciato querele.

Solo, dunque

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" Solo, dunque, finché morte non mi separi. Questo è il prezzo, suppongo, che si deve pagare a questo mondo per aver voluto essere libero. E' caro o a buon mercato, mi domando? Dovrei ridere o piangere? Chi lo sa! Ad ogni modo, non me ne sono mai crucciato, finché ero in vita. E ora è troppo tardi per fare i conti. Ma forse ci si può domandare se libertà e solitudine non vadano mano nella mano a questo mondo, così come appare, se si vuole rimanere un essere umano". Bjorn Larsson

Gianni Manusacchio: un Simposio nel tempo della crisi

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Esiste ancora un luogo gentile, dove le persone sorridono e c'è verità e rispetto? Se penso a certi piccoli paesi arroccati, e a scene della mia infanzia, mi rendo conto di quello che abbiamo perduto. Ma c'è chi non si arrende. Gianni Manusacchio non è nuovo a progetti di riqualificazione del territorio. E' una persona poliedrica, attiva, piena di interessi. Soprattutto, crede nel rispetto di certi valori. Io, di queste persone, amo dire che operano in nome di una 'bellezza resistente'. In qualità di direttore artistico ha già diretto vari incontri e manifestazioni dedicati al Molise, terra in cui vive e che ama. Dopo ‘Il Molise non esiste’, titolo provocatorio dato al tour culturale promosso lo scorso anno, stavolta è stato il turno di ‘Non è per cattiveria – la cultura ai tempi della crisi’ , Simposio svoltosi a Ripalimosani (CB) il 26 settembre scorso. L’edizione 2014 è partita in modo informale con la presentazione del progetto sperimentale Qr-code