"Percorsi", di Nadia Marino: una recensione.
Fedele all'idea che l'arte debba rompere come una scure il ghiaccio che abbiamo sul cuore (per dirla con Kafka) e che, dal basso, debba trovare la sua ispirazione e diffusione, mi sono avvicinata a "Percorsi ", un romanzo di Nadia Marino, pubblicato nel 1998 per i tipi di ' oppure' . Datato? Per niente. Anzi, attualissimo nella trama: è incentrato sul dialogo tra un immigrato e una donna, non più giovane ma neppure vecchissima, che si mettono a nudo, notte dopo notte, incontro dopo incontro. E se fossero, i due, metafore della situazione attuale, la vecchia Europa e il nuovo che avanza, dolorosamente, a piedi nudi, in cerca di una possibile salvezza? "Lui era un cosiddetto immigrato, stanco di essere chiamato con questo appellativo, quando riusciva a non beccarsi quello di extracomunitario, terzomondiale, o a non entrare nelle cifre delle statistiche che chiamavano quelli come lui 'l'invasione' o 'l'esercito