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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

"Percorsi", di Nadia Marino: una recensione.

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        Fedele all'idea che l'arte debba rompere come una scure il ghiaccio che abbiamo sul cuore (per dirla con Kafka) e che, dal basso, debba trovare la sua ispirazione e diffusione, mi sono avvicinata a "Percorsi ", un romanzo di Nadia Marino, pubblicato nel 1998 per i tipi di ' oppure' . Datato? Per niente. Anzi, attualissimo nella trama: è incentrato sul dialogo tra un immigrato e una donna, non più giovane ma neppure vecchissima, che si mettono a nudo, notte dopo notte, incontro dopo incontro. E se fossero, i due, metafore della situazione attuale, la vecchia Europa e il nuovo che avanza, dolorosamente, a piedi nudi, in cerca di una possibile salvezza? "Lui era un cosiddetto immigrato, stanco di essere chiamato con questo appellativo, quando riusciva a non beccarsi quello di extracomunitario, terzomondiale, o a non entrare nelle cifre delle statistiche che chiamavano quelli come lui 'l'invasione' o 'l'esercito

Contaminare per resistere: Alfonso Marino

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Parlare con Alfonso Marino non è mai banale. Lo conosco da tanto tempo, anche se ci siamo visti poche volte, a causa di distanze (chilometriche) che sono state sempre compensate da attenzione e sostegno. Lui è un poeta, un pittore, un artista a tutto tondo, molto attivo a Sabaudia, dove vive da anni. Ma è napoletano di origine, e si sente: per il calore, la partecipazione, la simpatia che emanano da lui. Nella foto, Alfonso E’ un artista ‘resistente’: crede nel valore del gesto poetico, nell’iniziativa culturale che parte dal basso ; da anni fa circolare in rete opere di autori non sempre noti al grande pubblico. In modo disinteressato e con grande generosità. Gli ho rivolto alcune domande, incuriosita dal suo sguardo poetico sul mondo.   Nasci napoletano. In che modo la “napoletanità” ha condizionato il tuo modo di essere? Non mi piace la parola ‘napoletanità’. Diverse volte mi sono chiesto quale significato possa avere e, ancora oggi, non riesco a darmi una risposta.

Marie Cardinal, l'immensa

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C'è una scrittrice che ho amato molto. E' venuta, per me, prima della Duras, credo non per caso. Fu mia madre a regalarmi il suo "Le parole per dirlo" e ne restai molto turbata. Strane coincidenze, segni che, al momento, non decifrai. L'immagine di lei nel taxi, l'angoscia esistenziale, un matrimonio fallito alle spalle. Le emorragie. Poi è arrivato "Ascolta il mare", un altro piccolo capolavoro. Quanti giovani hanno letto Marie Cardinal? Quanti conoscono questa grande, forte, libera scrittrice francese, nata in Algeria, trapiantata in Francia, diventata famosa a quarantasette anni? Era, a quell'età, ancora bella e "giovane",  come sempre sa essere chi rilancia e mostra coraggio, chi sa essere imprudente. Ci lasciò nel 2001, poco più che settantenne, ma io sono certa che, se ho cominciato a scrivere, se la scrittura è diventata per me riparazione, capacità di affrontare i nodi, di trovare 'le parole per dirlo', lo dev

Simposio 'Ricomincio da quattro': fare filiera per recuperare la propria storia

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Siamo al quarto anno, e l'entusiasmo è lo stesso dell'inizio: stiamo parlando del Simposio che si svolge a Ripalimosani, in provincia di Campobasso, da ormai diverso tempo. Teso alla valorizzazione del territorio, della gastronomia, dell’arte, del teatro e dell’ambiente. Quest’anno ho avuto il privilegio di essere anche io ospite della manifestazione, che si è svolta dal 4 al 6 settembre, per parlare di Art’Empori ( www.artempori.it ), l’associazione, di cui faccio parte, nata da un’idea di Rita Bagnoli e Alessio Masone, e per presentare “Amata nobis”, il romanzo che ho pubblicato per i tipi della Giovane Holden. Ho trovato un contesto accogliente, generoso, pieno di bella energia. “Ricomincio da quattro” – questo il nome attribuito quest’anno al Simposio – nasce da un progetto di Gianni Manusacchio e Catia Mitri ed è promosso dall’Associazione culturale Ouverture , con la collaborazione della Web Domus di Carmine Santoro , partner tecnologico dell’evento; dopo d

Nadia Marino, tra genialità e ribellione

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Non conosco personalmente Nadia Marino , ma ho letto alcune sue poesie che hanno toccato in me corde profonde. Molta passione, molta vita, uno stile crudo e libero che scuote, il suo. Nadia, giornalista, è nata a Napoli ed ha vissuto diversi anni a Caserta . Le ho rivolto alcune domande e sono stata travolta dalle sue risposte, nelle quali mi sono identificata completamente. Soprattutto quando ha parlato di donne, della 'ghettizzazione dei ruoli'. Penso anche io che molti uomini ci vogliano chiuse in stereotipi e che, se non ci sappiamo adattare -  nella vita come nell'arte - ci 'uccidano', anche solo metaforicamente. Qual è la tua storia? Perché hai iniziato a scrivere? Alla scuola elementare mia madre mi scriveva i primi temi, imbastendoli di fantasiose gite mai avvenute. Io ero inerme. Mi parevano fatui, falsi. Solo tanti anni dopo avrei capito il segreto della scrittura che può usare la finzione anche per dire il vero. Ho iniziato a scrivere il diar