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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Filiere corte

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Ci sono luoghi identitari, dove stai bene perché senti intorno a te energie positive. Mi piacerebbe scriverne e lo farò nei prossimi giorni. Intanto, per stasera, ho preparato stoviglie e bicchieri e mi preparo a sentire come si fa a creare una filiera corta, dalla farina al pane. Questo, mentre si mangiano le melanzane di Rocco e il cous cous di Brunella. Eludendo i vari ristoranti, il caos, le file, il nulla degli inutili bla-bla. In nome dell'ambiente, contro gli sversamenti, il cibo che ammala, il consumo inconsapevole. Sarebbe bello che ci fossero molti posti così: già che ne esista qualcuno, come questo, è un miracolo. Posti che vanno sognati, voluti, creati. Dove sia possibile by-passare gli individualismi o almeno ricollocarli nella giusta ottica. Dove il sistema non la fa da padrone. Ve ne parlerò.

'Avere a cuore il mondo' di Carmela Longo.

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Carmela Longo ha deciso sin da ragazzina cosa fare della sua vita. Ha stabilito di diventare psicoterapeuta e di occuparsi di volontariato e associazionismo. E ci è riuscita (benissimo, aggiungo io). Sabato 19 ottobre, nei locali della Libreria Masone, ha presentato la sua ultima fatica letteraria, 'Avere a cuore il mondo', edito da Meridiana. 'Questo libro è un bilancio', ci ha detto Carmela, 'un condensato di ciò che ho capito finora'. Alla presenza di tante persone, l'autrice ci ha regalato un incontro corale, ripercorrendo la strada fatta, sentita come un vero e proprio percorso evolutivo (nel frattempo sono nati anche tre, amatissimi figli). 'La domanda che mi sono sempre posta è: come possiamo fare tutti per migliorare il mondo? Soprattutto in tempi come questi che viviamo, dominati dal conflitto, dal rancore e dall'incapacità di assumerci delle responsabilità'. (Qui sopra, una bella immagine di Carmela, nel suo ruolo di cl

Josef K., ovvero del bancario medio

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C’è un signore molto distinto, di cui non faccio il nome che, talvolta (e sempre temendo di essere invadente), si ferma davanti alla mia scrivania e mi parla di libri e di poesia. Il fatto è che non è semplice parlare di letteratura nel contesto in cui lavoro. Ma lui mi aggiorna, con aria compita, lasciandomi ritagli di giornale che potrebbero interessarmi e andando via subito dopo. Una volta mi ha detto, en passant, che c’era, nei miei versi, come  "una ricerca … nei confronti di qualcosa che è apparso per un momento e che poi è scomparso”. L’altro giorno mi ha fatto dono della pagina culturale del ‘Corriere della Sera’ dove c’era un bell’articolo di Sergio Bocconi dedicato ad autori come Pontiggia - ma anche Kafka – e al lavoro in banca. L’ho letto avidamente perché l'autore dell'articolo cercava di comprendere come mai quest’attività professionale abbia ispirato tanta letteratura e pagine d’inchiostro. Molti anni fa, scrive Bocconi, ‘il lavoro del bancario rapp

L'età del desiderio secondo Jennie Fields

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‘L’età del desiderio’ , di Jennie Fields (Neri Pozza Editore) è davvero un gran bel libro.  Si rifà al capolavoro di Edith Wharton 'L'età dell'innocenza'  che valse alla scrittrice americana il Premio Pulitzer . Questo romanzo fu in parte ispirato dall'infelice matrimonio della scrittrice con il marito Teddy, banchiere di dodici anni più grande, instabile mentalmente e caratterialmente.  L’incontro con Morton Fullerton , amico di Henry James e giornalista del 'The Times', nonché grande seduttore (era bisessuale), sconvolse a la ragionevole esistenza di Edith. La Fields concentra il suo romanzo proprio su questa passione, affidando il racconto ai dialoghi tra la Wharton e la sua segretaria, la quale divenne - in breve tempo - depositaria dei segreti della scrittrice e testimone silenziosa di un amore impossibile.  Nel romanzo si muovono personaggi ricreati mirabilmente: Edith, soprattutto, donna abituata a dominarsi, a costruire l'esistente e a analizzarl

Intervista a Gianni Manusacchio - Il Molise non esiste. Come valorizzare il proprio territorio senza contributi istituzionali.

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Gianni Manusacchio nasce a Torino nel 1970. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma, ma la sua passione artistica trova piena forma nel cinema e nel teatro. Dal ‘97 ha prodotto, scritto e diretto diversi corti, reportages e documentari. Ha vinto premi e menzioni speciali e collaborato, tramite il fotografo Settanni, di cui è stato assistente, con Mario Monicelli e Lina Wertmuller. Nel 2005 mette in scena la sua prima regia teatrale con “Delirio a due” di Ionesco e inizia una costante collaborazione come aiuto-regia dell’attore, autore, regista Claudio Carafoli. Nel 2006 ha realizzato un documentario sulla disabilità, prodotto dal Dipartimento V del Comune di Roma, dal titolo “Noi abitiamo qui”, mentre è del 2008 la regia teatrale di “Interrail”, scritto da Massimiliano Bruno. Dal 2010 ad oggi, Gianni è docente di cinematografia presso il Liceo Scientifico del Convitto Nazionale “Mario Pagano” di Campobasso. Il suo impegno per il territorio molisano, dove è cresciuto, si evi
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Avremmo potuto essere noi

'Michael mio', di Amos Oz

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(Appunti a proposito di un libro letto molti anni fa, opera di uno scrittore che amo molto).  (...) Il libro mi piace subito, per quanto non lo trovi di facile lettura. Oz non è per tutti i palati, lo so bene. Però mi pare di conoscerla, questa Hannah che non ha alcun desiderio di pietrificarsi...Mi pare di vederla muoversi sotto il cielo della sua città, dove tutto è intossicato dall'ansia di un domani che non arriva. Sento, pagina dopo pagina, l'attesa e il dolore. Dall'incanto dell'innamoramento - stato nascente che rende tutto possibile - al lento adattarsi alle logiche sociali. Perchè ci si sposa, alla fine? Forse per rinunciare alla diversità, intesa come stimolo all' individuazione?  Il mondo di Hannah è fatto di gesti quotidiani e di pensieri scomodi, perché resistono: trovano ovunque barriere e gli anni passano, vuoti.  "Svegliati, Michael, svegliati, per l'amor di Dio. Io sono pronta, aspetto da sempre". Michael guarda al passato come