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Visualizzazione dei post da 2021

Le città hanno un solo giorno a disposizione

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[...] Quanto mi sento lontano da loro, su questa collina. Mi sembra di appartenere a un'altra specie. Escono dai loro uffici dopo un giorno di lavoro, guardano le case e le piazze con espressione soddisfatta, pensano che questa è la loro città. Una 'buona e solida città borghese'. Non hanno paura, si sentono a casa. Hanno visto solo acqua ammaestrata che esce dai rubinetti, luce che riempe le lampadine quando si accende l’interruttore. [...] Hanno la prova, un centinaio di volte al giorno, che tutto avviene meccanicamente, che il mondo obbedisce a fisse e immutabili leggi. I corpi lanciati in uno spazio vuoto cadono tutti alla stessa velocità, il parco pubblico chiude ogni giorno alle quattro in inverno, alle sei in estate, il piombo si scioglie a trecentotrentacinque gradi centigradi, l'ultimo tram parte dall'Hotel de Ville alle ventitré e cinque. Sono tranquilli, talvolta un po' cupi, e pensano al domani, in altre parole un nuovo oggi. Le città hanno solo un g

Granada d'inverno

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Granada d'inverno è nebbia, le cime imbiancate della Sierra Nevada, di lontano.  I negozietti chiusi lungo la Carrera del Darro , poco movimento, rumore di passi lungo la via, qualche taxi. L’aria è rigida come non immaginavamo; restano aperti i ristoranti sul Paseo de los Tristes , a ridosso della salita verso l'Albaicín. Si può ancora assistere a qualche spettacolo di flamenco dopo il tramonto, quando pochi, sparuti passanti si fermano a guardare, dal Mirador de San Nicolas , l'Alhambra  accesa d'ocra. Albaicin Struggente Granada che d'inverno non promette e non mente, mostrandosi nuda lungo le strade acciottolate che digradano verso il centro. La paccottiglia della Medina è esposta in vetrina, piccole tajine come souvenir, una granata in porcellana per ricordo, rossa. Accumulo di momenti e di anni, tasselli della trama che si svelerà alla fine. Ma adesso. Qui e ora. Camminare assieme, salire nel freddo del mattino verso la Reggia, arrivare stremati nell’incanto

La porta sulla luna, di Cinzia Caputo

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  “Apollo Tu sei l’uomo cattivo, hai bello il volto (direi perfino buono). Veloce dentro il letto, sibili e mordi, fai un po’ come Apollo. Naso, lingua e denti – non sono sicura – mirano al gioco o al collo?”   Poesia femminile per eccellenza, questa di Cinzia Caputo , che taglia e accarezza e soffre l’intensità della vita. Che conosce gli uomini e le donne e gli amori "senza ritorno" che invece sempre tornano, dato che sono iscritti nel codice dell’anima. “Quel che deve accadere, accadrà/poiché è già accaduto”, cantava Franco Battiato in una canzone che ascoltavo proprio l’altro giorno mentre tenevo, tra le mani, il testo di Cinzia: una sincronicità che mi ha commossa. I versi della Caputo usano il Mito e lo trasfigurano, sanno leggere nei segni e decifrarli come marchi fatali. Sentono l’infinito e quanto, il fuori, possa essere “stretto”;   scoprono con ardimento il mondo perché, come Orfeo, sanno correre il rischio di voltarsi a "guardare”. *

Varsavia: cosa vedere in un weekend

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Siete mai stati a  Varsavia ? 😀 Emblema di resilienza, coraggio, umiltà, capacità di risorgere dalle proprie ceneri, la capitale della Polonia è una  città bellissima.  Tra i luoghi più vivibili d'Europa, vanta un centro storico curato e molte attrattive (tra cui la  Città Vecchia , col suo reticolo di vicoli suggestivi, che invita a rilassanti passeggiate). Percorrendo la Strada Reale, si giunge alla splendida  Piazza del Mercato , la Rynek Starego Miasta, patrimonio Unesco sin dal 1984. Luogo di ritrovo per abitanti e turisti, questa piazza fu rasa al suolo dalla furia nazista dopo l’insurrezione del 1944, che finì in un bagno di sangue. Vanta origini medioevali ed edifici variopinti ed è stata interamente ricostruita nelle fattezze e nei colori originali, anche grazie ai dipinti di Bernardo Bellotto. Il  Museo di Varsavia,  che sorge proprio in questo luogo, raccoglie testimonianze della vita della città sin dalle origini: quadri, sculture, abiti ed oltre 250.000 oggetti di uso

La 'mia' Borgogna in sette giorni

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Castelli, abbazie, chiese medioevali, villaggi, fiumi... Siamo in Borgogna!  Prati curati, strade provinciali senza una buca, impossibile vedere immondizia a bordo carreggiata... cura del territorio,  amore per la propria storia. Proprio quel che, ormai, manca a noi! 💖 I bar aprono alle h.10,00, e così le panetterie, i negozi. Le attività chiudono presto (alle h.20,00 i paesini si svuotano). Poca vita, sparuti passanti, aria sonnacchiosa, silenzio, rumore di passi sull'acciottolato. La Borgogna è natura, ritmi slow . Ci si alza tardi, si vive una vita semplice: a settembre si vendemmia, sono tutti nei campi, i locali e le attività in pausa. A Tonnerre, nella chambre presa in fitto, mi sono tornati alla mente i libri letti quando ero poco più che una bambina: le fanciulle con le ciliegie sulle orecchie, i parati a fiori, le stanze riscaldate dal sole. Ma anche la casa dei miei in campagna, la vita che avrebbe potuto essere, se mia madre fosse stata stanziale ; i filari d'uva ne

Salonicco, Sythonia, Pella e Verghina: cosa vedere in una settimana

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A un’ora e mezza di volo da Napoli, Salonicco , luminosa e bellissima nel punto in cui si apre su Piazza Aristotele, si stende placida sul mare. Lambita dai flutti, ama la vita godereccia: le meduse affiorano sul pelo dell’acqua, mentre le auto sfrecciano veloci, in corsa verso qualche dove.  I turisti provano a sfuggire al caldo sorseggiando i loro caffè americani, seduti, come noi, dinanzi ai bar che costeggiano il lungomare. Città multiforme, contraddittoria, ricca di vestigia Unesco, Salonicco viene definita ‘la città che non dorme mai’: pigra, ama però la movida e il divertimento. Capoluogo della Macedonia centrale, seconda città della Grecia per numero di abitanti, punto nevralgico per i trasporti del sud-est dell’Europa, fu fondata dal marito della sorellastra di Alessandro Magno. Segnata da sempre da una storia di invasioni, dominazioni e rinascite, oltre che da influenze bizantine e musulmane, è araba ed europea al tempo stesso. Il centro si gira a piedi, ed anche noi ci avven