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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Così Tolstoj fugge

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  Così Tolstoj fugge e la sua fuga, all'inizio, è solo il moto disordinato di chi non ha più nulla da perdere; ha paura dei treni, lo spaventano, ma non c'è altra scelta.  Col suo medico personale e la figlia Sasă, esce di casa e controlla, nel freddo di ottobre che avvolge la tenuta di Jasnaja Poljana, che la carrozza sia pronta. Hanno preparato i bagagli in fretta e in silenzio, perché lei - la pazza - non si accorgesse della fuga. Non è più questione di anni. E' l'idea, ferma, di voler vivere i giorni che restano, le ore più prossime, nel modo che desidera. Lontano dal matrimonio; dalle gelosie, dagli editori, dai lasciti testamentari, dai diritti d'autore. Lo ha scritto: la sua letteratura appartiene all'umanità intera. Ha disgusto di sé, ormai, orrore di ciò che è stato: delle contadine prese nelle isbe, in fretta e di nascosto; del suo corpo. Disgusto per ciò che da tempo percepisce del mondo: si ripete, mentre sale sulla carrozza, che l'importante è