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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

I vagabondi, di Olga Tokarczuk

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Olga Tokarczuk è uno di quegli autori che ti entrano nella pelle. Confesso che non la conoscevo se non come vincitrice di un Nobel, almeno finché non mi sono imbattuta ne "I vagabondi", titolo italiano dato al quasi intraducibile "Bieguni ":  raccolta di visioni, sensazioni, illuminazioni sul senso del viaggio. O, meglio, dello spostamento/spaesamento.  "I racconti hanno una specie di inerzia propria, che non si può mai controllare fino in fondo. Richiedono gente come me, insicura, indecisa, facile da sviare, ingenua", ci dice la Tokarczuk. La distanza che il viaggio crea, rispetto al quotidiano, è capace di darci qualche risposta sul nostro essere qui o, quanto meno, aiuta a porci delle domande. "Forse esiste una specie di riflesso del grande e del piccolo, il corpo dell'uomo collega in sé il tutto con il tutto?", si chiede la Tokarczuk. Lo spostamento è vita, rompe lo schema, la ripetizione, la contabilità ordinata dei giorni

L'irrequietezza di Ransmayr - Leggere mette le ali

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Christoph Ransmayr, scrittore austriaco noto per il suo "Il mondo estremo", è uno degli autori scelti dal nostro gruppo di lettura nell'ambito della trilogia dedicata all'irrequietezza. "Atlante di un uomo irrequieto", oggetto della nostra lettura condivisa, è un testo ipnotico, i cui racconti iniziano tutti con " ho visto ". Diario, narrazione di viaggi attraverso Paesi diversi, secondo una geografia poetica che sfrutta un linguaggio fascinoso e fotografico, il testo ha suscitato in noi reazioni differenti. Io: "Trovo la sua prosa affascinante e misteriosa, forse dispersiva, qui e lì, ma le sue narrazioni rovesciano le immagini, come se l'osservazione della vita avvenisse attraverso un caleidoscopio capace di rileggerne il senso, o forse di scoprirlo per la prima volta". Gabriella Moscati: "È piu bello il tuo commento dei suoi racconti.  Li trovo molto costruiti a tavolino... la struttura seriale con lo stesso incipit