Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir - di Maria Antonietta Macciocchi
L' amore di Sartre e De Beauvoir è l' amore del secolo. Incontornabile, assoluto, imperniato su un legame d' acciaio, come lo delinea Sartre: «Sognare ognuno per sé, scrivere l' uno per l' altra», nelle Lettere al Castoro e a qualche altra, che Simone pubblica tre anni prima della sua morte (Gallimard, vol. 2, 1983). «La mia vita non appartiene a me solo, voi siete sempre me, l' essere stesso del mio essere, il cuore del mio cuore». E ancora: «Non posso essere separato da voi, la mia vita non appartiene soltanto a me, voi siete sempre me stesso e non si può essere più uniti di quello che siamo voi ed io». Il Castoro, come la soprannomina Sartre, è il nobile architetto di casa Sartre (il suo nome si ispira a Cocteau nel Potomak); è la donna inevitabile e l' amore necessario. Tra loro c' è un patto di fedeltà o contratto, un legame limpido e misterioso: «Sarà così e resterà nella mia vita: avrò amato senza il passionale e il meraviglioso, ma dal