La memoria secondo James Salter
Leggere è pura passione, qualcosa che ha a che fare con l'esistenza stessa, con tutto ciò che ha significato. "Quello che so della mia vita l'ho appreso dai libri", scriveva Sartre, ed è profondamente vero. Si possono amare autori diversi, con stili differenti, apprezzandoli per ragioni sconosciute. Io amo molto James Salter. Il suo stile é perturbante, i suoi romanzi sono sempre una rivelazione, per me, eppure non ne ho mai parlato sul blog. Tocca talmente tanto le mie corde che cerco di tutelarmi col pudore, forse. Sto leggendo "Bruciare i giorni", la sua autobiografia, e, come sempre, i suoi dialoghi frammentati, la purezza della parola, le frasi senza verbo, affidate solo ai sostantivi e agli aggettivi, mi commuovono. Salter è elegante. Non ha la pretesa di descrivere, nuda e cruda, la vita, almeno non come farebbe un Carver o un Philip Roth. Nei fatti della vita si muove una sorta di magia, un fiume sotterraneo che lo scrittore individua