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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

La memoria secondo James Salter

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Leggere è pura passione, qualcosa che ha a che fare con l'esistenza stessa, con tutto ciò che ha significato. "Quello che so della mia vita l'ho appreso dai libri", scriveva Sartre, ed è profondamente vero. Si possono amare autori diversi, con stili differenti, apprezzandoli per ragioni sconosciute. Io amo molto James Salter. Il suo stile é perturbante, i suoi romanzi sono sempre una rivelazione, per me, eppure non ne ho mai parlato sul blog. Tocca talmente tanto le mie corde che cerco di tutelarmi col pudore, forse. Sto leggendo "Bruciare i giorni", la sua autobiografia, e, come sempre, i suoi dialoghi frammentati, la purezza della parola, le frasi senza verbo, affidate solo ai sostantivi e agli aggettivi, mi commuovono. Salter è elegante. Non ha la pretesa di descrivere, nuda e cruda, la vita, almeno non come farebbe un Carver o un Philip Roth. Nei fatti della vita si muove una sorta di magia, un fiume sotterraneo che lo scrittore individua

Irripetibili

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Erano stati anni belli. Aveva lasciato la casa di A., le stanze, dimenticato il cappotto, le scarpe. Una promessa di ritorno, l'incertezza dell'addio. Nel nuovo appartamento, piccolo, semplice, preso in affitto, era stata felice. Pareti gialle, vita. Si sarebbe ricordata di ogni cosa, dopo. Andava accumulando momenti, ritagli di giornale, fotografie, cartoline. Tutto le scavava nel cuore, meraviglioso. L'odore di cucinato, l'allegria dei suoi figli, il suo ricostruirsi come donna. Da dove ripartire? Sentire il flusso delle cose, andare verso il profumo. Rinunciare a tutte le zavorre, agli oggetti, alla consistenza del passato. Inciampare in un altro essere umano - la fretta della carne, l'affanno del desiderio, la solitudine. Riscoprire l'amicizia femminile, sentire di avere il tempo per comprendere se stessa. L'otto dicembre e l'albero da decorare, nel vuoto d'un'immagine strappata. Assaporare il mistero, esplorare. God