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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Juana La Loca

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A Tordesillas ha dimenticato il mare. Le si sono assottigliate le labbra, l'incarnato è diventato pallido. Alla base del collo brilla ancora il grosso rubino, regalo del padre. Il sole non penetra attraverso le spesse pareti dei suoi appartamenti. Tutto è solo ombra, un'ombra insipida che plana dentro di lei, fa tana tra le sue cosce, la strema. L' immutabile presente è lì, tra le tende e le finestre. S'acquatta, putrido. I tessuti  ricamati d'api avvolgono il suo corpo minuto, le spalle voltate alla finestra. Una bandiera attorno al suo cadavere. Dove sono finite le febbri. Dopo Filippo, nessun uomo l'ha più sfiorata. Anche il suo, adesso, un corpo destinato ai vermi e nient'altro. Dunque perché lottare? Ha firmato la richiesta dei Conversos, consegnato suo figlio Carlo alla storia: a lui il finale che hanno tutte le favole convenzionali. Per Juana, da allora, solo un vociare confuso dentro la testa, l'affaticamento dei giorni tutti ugu

Granada

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Mi vedo nei tramonti e un formicaio di gente cammina nel mio cuore. Federico G.Lorca Il clima, l'arancione dei frutti, il cielo senza una nuvola. Granada, per il turista che la visita per la prima volta, è questo: odore di cumino, canti in strada,  danze. E' il sogno alternativo alla vita che fai. Perché sfido chiunque a resistere a un clima così stordente, a un cielo così luminoso, al brulicare di tanta umanità. Granada, Semana Santa Alhambra, giardini L'Alhambra si staglia in lontananza, ma la si può raggiungere superando le agitate strade del centro: all 'Albaicìn inizia un'altra Granada, moresca, abbagliante. Prima di incrociare la Carrera del Darro e il ponte che fiancheggia il rio, la via è tutta in salita, aspra, faticosa: conduce alla reggia dei Mori. Leggo le pagine di Washington Irving, ammaliata dal suo stile denso e, allo stesso tempo, preciso. Washington, che era americano, scriveva e viaggiava molto: all'Alhambra soggiornò a lungo,