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Visualizzazione dei post da agosto, 2019

Inganno, di Philip Roth

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Il protagonista di "Inganno" è uno scrittore cinquantenne che soffre di mal di schiena cronici,  sessuomane e narcisista. Da tempo tradisce sua moglie  con una trentenne, anch'essa sposata. È, dopotutto, un uomo simpatico, colto,  intelligente. Alla sua amante fa un sacco di domande, chiede, ma non svela molto di sé. Lei, l'amante, è prigioniera di un matrimonio avvilente e dei ruoli che una moglie di solito finisce con  l'incarnare. E' stanca, annoiata. Suo marito ha un'amichetta e lei non ha il coraggio di divorziare.  Philip c'è, si incontrano nello studio di lui: scrivania, sedia, poltrona, un computer e un tappetino dove  lo scrittore - che, come detto, soffre di mal di schiena cronici - fa esercizi e incontra le sue donne. Sono dialoghi serrati, che si svolgono prima e dopo gli amplessi. Dialoghi sinceri , soprattutto, che non  richiedono filtri, tra due adulterini stanchi delle loro finzioni quotidiane, con compagni a cui sono l egat

"L'animale morente" di Philip Roth, secondo Antonella Rosa

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"Consumami il cuore: malato di desiderio / e avvinto a un animale morente / non sa più cos'è / e accoglimi / nell'artificio dell'eternità". Il bel titolo del libro trae spunto da alcuni versi del "Byzantium" di W. B. Yeats.  Il professor Kepesh e le sue ossessioni erotiche. Il dominio sul corpo, la sottomissione al corpo, il tempo che (s)fugge, la lussuria come merce di scambio per non sentirsi soli, l'amore come malattia, il sesso come antidoto alla morte, masturbazioni ritmate da sonate classiche e grandi romanzieri. È un monologo con la propria coscienza, quello che Roth costruisce con questo romanzo, una fragilità emotiva che va a braccetto con la perversione di "sentire l'intensità di ogni ultima grazia perduta. Di essere vecchio, ma in un modo nuovo".  Sullo sfondo, la questione politica americana e cubana, solo sfiorata, mai approfondita.  Roth non mi cattura, mi annoia a tratti, tuttavia il finale non mi l