"L'eredità dei vivi", di Federica Sgaggio (a proposito di mosche bianche)
Un romanzo delicato, commovente e, allo stesso tempo, potente. Federica Sgaggio è una mosca bianca, nel panorama letterario italiano. Dalla sua ha uno stile netto, non consolatorio, appassionante. Una penna da tenere d'occhio, una delle poche, a prescindere dai soliti premi e candidature e chiacchiere editoriali. È brava, punto. Impossibile leggere il suo "L'eredità dei vivi" (Marsilio Editore) e non provare il desiderio di conoscerla. Di condividere con lei impressioni, emozioni, la felicità di aver trovato, nel suo testo, "le parole per dirlo". "L'eredità dei vivi' è la storia di sua madre, Rosa Sammarco, ma anche di un'Italia che attraversa gli anni e che cambia abiti politici, regole sociali. Viene approvata la legge sull'aborto e quella sul divorzio, si fa strada il movimento femminista. Intanto Rosa si sposa, ha due figli, Federica e Francesco, quest'ultimo, purtroppo, segnato da una forte disabilità a causa di un errore medi