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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

Bisogna esser sempre ubriachi

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"Bisogna esser sempre ubriachi. Tutto sta in questo: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che rompe le vostre spalle e vi inclina verso la terra, bisogna che vi ubriachiate senza tregua. Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro, ma ubriacatevi. E se qualche volta, sui gradini d'un palazzo, sull'erba verde d'un fossato, nella mesta solitudine della vostra camera vi risvegliate con l'ubriachezza già diminuita o scomparsa, domandate al vento, all'onda, alla stella, all'uccello, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, domandate che ora è; e il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio, vi risponderanno: "È l'ora di ubriacarsi! Per non esser gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi; ubriacatevi senza smettere! Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro." C.Baudelaire Ca

Consigli di viaggio: Pantelleria, l'isola ecosostenibile

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“Peccato che i giapponesi prendano tutto il pesce qui da noi, con i sonar”. La signora ha una lenza in mano ed è molto arrabbiata. Vive a Palermo ma, ogni estate, raggiunge Pantelleria. “L’ennesimo furto, come i capperi che vengono comprati dalla Tunisia a minor prezzo e rivenduti qui”. Pesce e capperi a parte, Pantelleria riluce sotto il sole, vera perla nera del Mediterraneo, a dispetto della modernità. La chiamano l’isola ‘rural chic’, per i suoi resort seminascosti nel verde, i dammusi elegantemente ristrutturati, le case dei vip, le frequentazioni delle star americane. In realtà, a starci qualche giorno, Pantelleria si rivela un’isola da vivere in piena libertà: non ci sono servizi, se non quelli essenziali e, per le saune naturali o i fanghi, non si paga pedaggio. Il lago di Venere non ha neppure un chiosco dove poter bere una bibita, ed è così anche a Gadir dove, mi racconta un isolano, è stato ultimato un ristorante un anno fa ma nessuno ha ancora accordato la licenza

Terra e futuro, di Sergio Cabras

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L'incontro con Sergio Cabras, classe 1963, in una tranquilla serata trascorsa presso la Libreria Masone di Benevento, è stato il resoconto di una vita intensamente vissuta, coraggiosa. Sergio ha barattato con noi la sua testimonianza nel corso di una cena goduta, come sempre, all'insegna della filiera corta e dei chilometri zero. Non è un caso che l'incontro sia stato presentato da Donato De Marco, socio della Cooperativa 'Lentamente' e fautore, assieme ai suoi amici, di un serio 'ritorno alla terra'. "Sull'agricoltura c'è un forte presa di coscienza", ha detto Donato. "Parliamo, naturalmente, di coltivazioni non industriali. Sono divenute una necessità, una forma di emancipazione capace di nascere dal basso". Cabras ha dato alle stampe ad aprile, per Eurilink Edizioni, "Terra e futuro", un libro che ha come sottotitolo 'L'agricoltura contadina ci salverà'. Ha vissuto tra Roma e i Castelli Romani f

NO EXPO 2015 (DAL SITO WWW.ARTEMPORI.IT)

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Come era stato annunciato, la Mayday di quest’anno non si è conclusa il 1° maggio. Nei tre giorni seguenti si sono svolti i No Expo Days, occasione di confronto aperto, approfondimenti e definizione di un percorso che accompagnerà tutto il prossimo anno sino all’inizio di Expo Milano 2015. Numerosi sono stati i temi trattati, dalla riforma del mercato del lavoro, alle politiche di speculazione metropolitana al diritto alla città, dalla sovranità alimentare alla sperimentazione di pratiche di autonomia finanziaria e autoproduzione sociale, dai liberi saperi a una Europa libera dai diktat finanziarie e della troika. Si tratta di temi che sono fra loro tutti intrecciati da un filo rosso che il grande evento Expo intende istituzionalizzare in nome della devastazione del territorio e del saccheggio delle nostre vite. Il workshop “Moneta del comune e autoproduzione culturale” ha discusso la possibilità di sperimentare forme monetarie alternative nell’ambito della autoproduzione culturale,

La politica dei mediocri

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"La politica, più di ogni altro settore della società, specie quella occidentale, è in mano ai mediocri, proprio grazie alla democrazia, diventata ormai una aberrazione dell’idea originaria, quando si trattava di votare se andare o no in guerra contro Sparta e di andarci davvero, andarci di persona. Oggi vuol dire ogni quattro o cinque anni mettere una croce su un pezzo di carta ed eleggere qualcuno che proprio perché deve piacere a tanti, ha necessariamente da essere medio, mediocre, banale come sono sempre tutte le maggioranze. Se mai ci fosse una persona eccezionale, uno con delle idee fuori del comune, con un qualche progetto che non fosse quello di imbonire tutti promettendo felicità, quel qualcuno non verrebbe mai eletto. Il voto dei più non lo avrebbe mai." Tiziano Terzani, Un indovino mi disse, 1993 (Le foto sono di Antonio Caporaso - tutti i diritti riservati - e sono state scattate in occasione della presentazione, presso la Libreria Masone di Benevento, d