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Visualizzazione dei post da 2020

"Acero e acciaio", romanzo di esordio di Paolo Santaniello

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Paolo Santaniello è uno scrittore esordiente. Si fatica a crederlo, però, vedendo quanta sagacia, proprietà di linguaggio, genialità ci sono nel suo primo romanzo, "Acero e acciaio", pubblicato da Aporema Edizioni appena un mese fa.   Uno scritto di fantasia, come l'autore tiene a sottolineare, ma che attinge a fatti e personaggi realmente esistiti. Al centro del racconto, davvero ben costruito e ricco di tensione narrativa, c'è un violino, ma non uno qualunque: "(...) il legno liscio e pulito della tavola, del caratteristico abete rosso della Val di Fiemme; le venature del fondo, di acero magistralmente tagliato". Uno strumento costruito nel 1716 che diverrà oggetto di mire e complotti e che sarà anche causa di disperazione e di morte. Sullo sfondo, il secolo nuovo che, con le sue idee di progresso e di libertà, scalpita per sostituirsi al vecchio. Il mondo cambia velocemente e, sul suo incerto proscenio, si muovono artisti, collezionisti, avvent

@_helgoland

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Helgoland è il nome di uno sperduto gruppo di isole del Mare del Nord.  Heisenberg vi soggiornò per mesi, ancora ragazzo, per lavorare alla sua intuizione sui quanti, intuizione che poi avrebbe determinato le basi della fisica moderna.  Un luogo dove ripensare la realtà, proprio come accade con i libri. Così, la neonata pagina Instagram  @_helgoland proverà a raccontarvi di romanzi, poesie e pagine scritte di autori noti, meno noti, contemporanei oppure no,  con tutta la passione possibile.   Seguiteci per commentare e per recensire anche voi, sulla pagina, i vostri romanzi preferiti, le vostre poetesse ed i vostri poeti del cuore. @foto di Antonella Rosa

La vita invisibile di Euridice Gusmào

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Euridice Gusmào ha molti talenti che la società brasiliana degli anni ’40/’50 considera disdicevoli. Cucina meravigliosamente, taglia e cuce per le donne del suo quartiere, legge e cresce i suoi due figli, suona il flauto. Ma è infelice. Il matrimonio, la cura della casa e del compagno, l’impegno verso la sua famiglia,  sono il suo solo orizzonte. Suo marito la rispetta, a patto che lei non esca fuori dal seminato: deve attendere ai compiti  per i quali si è sposata. Una prospettiva che spegne Euridice, circondata da un mondo fatto di donne rassegnate, di maschilisti frustrati e di sterili quotidianità. Sullo sfondo, una Rio  brulicante che sfugge alle regole, esattamente come fa Guida, la sorella di Euridice, bella e con minor talento, ma determinata ad essere libera e a pagarne il prezzo. Le due sorelle – che si amano profondamente anche se il destino le ha allontanate – sono l’una lo specchio dell’altra, nelle infinite contraddizioni dell’esistente e nell’affetto che vive a dispe

Carpe diem

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Fa un certo effetto attraversare le Murge fino al confine con la Basilicata, passando per chilometri di strade solitarie che appaiono, nel bagliore assolato, confinanti con terreni riarsi, la cui continuità è spezzata solo dagli scheletri delle case e dei magazzini, delle chiese abbandonate, dei contorni di masserie che il sole e il vento hanno scarnificato. Lucania dimenticata e autentica, visitata sempre di sfuggita, mai conosciuta per davvero: Melfi, da dove Federico II promulgò le sue leggi, Venosa e l’Incompiuta, dove riposano le ossa di Roberto il Guiscardo. (A Potenza i miei genitori vissero per qualche anno, il tempo di dare alla luce la loro prima figlia, mia sorella. A casa di mia madre si conservano foto di Antonella bambina in un passeggino, sullo sfondo di palazzi in costruzione, nei nuovi quartieri che fiorivano dal nulla, speranza delle generazioni sfuggite alla guerra, che non vedevano l’ora di ricominciare. Eppure qualcosa, nella ripresa della Basilicata, non ha

Butcher's Crossing - John Williams

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"I giovani pensano sempre che si possa ricominciare". E, forse, se si vuole restare giovani  occorre pensarla proprio così, mollando ogni volta le zavorre per mettersi in cammino, come fa Will Andrews, che giovane lo è per davvero e che decide di lasciare Boston e gli agi della casa dei genitori per affrontare la sua personale avventura nel mondo. Pubblicato per la prima volta nel 1960 negli Stati Uniti, "Butcher's Crossing" (Fazi Editore) è un bellissimo romanzo, molto più che un western, scritto in modo mirabile ed è l'ennesima sorpresa che mi ha riservato John Williams , dopo la lettura del famosissimo "Stoner" e quella di "Augustus", biografia dell'imperatore romano. Seconda metà dell'ottocento. Andrews arriva nello sperduto paesino di Butcher's Crossing - "bastava uno sguardo ad abbracciarlo tutto" - in caldo giorno d'estate e decide di affidare i suoi risparmi a un burbero cacciatore di bisonti

Le ore

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Si chiede, mentre spinge il carrello attraverso il supermercato o si fa pettinare i capelli, se tutte le altre donne non stiano pensando, a un certo livello o a un altro, la medesima cosa: ecco lo spirito brillante, la donna dei dolori, la donna delle gioie trascendenti, che preferirebbe essere altrove, che ha acconsentito a sbrigare compiti semplici ed essenzialmente sciocchi, esaminare i pomodori, sedere sotto un casco asciugacapelli, perché questa è la sua arte, questo è il suo dovere. "The hours", Michael Cunningham

nel blu

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Il primo bagno di questa estate l'ho fatto gettandomi da uno scoglio di Torre Pozzella, tra i granchietti che sgusciavano via veloci e le alghe che mi fluttuavano tra le dita dei piedi. Lo scoglio era appuntito e si allungava verso il mare aperto ma, per qualche ragione che ignoro, non ho avuto alcun timore di affacciarmi sul blu, sbilanciata verso un desiderio che mi rincorreva da mesi, dopo tanta clausura. L'acqua era gelida e immobile e il mio colorito lasciava molto a desiderare, oscillando tra il pallido e il verdognolo, da buona olivastra. Ma non me n'è fregato niente della cellulite, dei chili di troppo, della pancetta che spuntava dagli slip del costume. Mi sono mostrata al mondo così com'ero, felice e indifferente.  E' di nuovo estate, mi sono detta, e la parola ESTATE è deflagrata dentro di me come mai prima. Estate, estate, estate, ho ripetuto, e nuotavo e respiravo e guardavo il mio corpo confondersi col blu, galleggiare sul blu, essere il b

Il morbo di P.

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P. riposa, o almeno così sembra all’infermiera che entra con passo felpato nell’area dei ricoveri di media intensità. È un momento di relativa calma e la donna ne approfitta per verificare il livello della fisiologica nelle flebo. La funzionalità meccanica e l’intelligenza dei respiratori consente ai malati di restare in vita. P. avverte la presenza della donna accanto a sé, ma non ha la forza di aprire gli occhi. Nella sua mente, tra veglia e sonno, le immagini fluttuano e si sovrappongono, come tessere di un mosaico. P. sente, o crede di sentire, il rombo di un motore e le voci da un altoparlante che annunciano il prossimo volo. È davanti alla cassa del bar e sta ordinando un caffè macchiato. Osserva i gesti del cassiere, le mani che gli porgono il resto, quindi sente ancora un rumore di passi e di ruote di carrelli e trolley trascinati sul pavimento. Poi ecco che sprofonda dolcemente in un sonno ritmato solo dallo stantuffo sincrono del respiratore. Una settimana prima s

Casa A.

Ora, nella casa svuotata dei mobili della prima giovinezza di sua madre, un’immagine su tutte è fissa nella sua mente: quella di una grossa corona natalizia che sua sorella ha confezionato con della cartapesta e dei nastri almeno vent'anni prima. L’ha vista, affissa all’attaccapanni della saletta antistante alle camere da letto, appoggiata lì chissà da chi, eterna nel tempo e fuori stagione. A quale Natale si riferisce quell'oggetto? E cosa era accaduto, durante quel Natale,  quali attese si erano poi dileguate? Con cautela ha preso la corona verde-oro e l’ha posata come una reliquia nello scatolone che la ditta porterà via e getterà in discarica.    “ Non si direbbe, ma quando decidi sai essere drastica”. “Sì, è vero, non si direbbe”. “Bene”. Si alza a chiudere le imposte . Dice : "Dobbiamo fare spazio ad  altro”.    

The best of, di Luca Gamberini

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Leggere Luca Gamberini è, per me, sempre un piacere. La sua capacità di dire, di svelare, di essere sincero, mi spiazza ogni volta e mi entusiasma. Il suo "The best of" (Ed.Youcanprint) mi è arrivato a casa con una dedica, come per un appuntamento tra amici fedeli. Distanti, certo, conosciutisi solo attraverso i versi e per una pura casualità. Ma pur sempre amici. Ho letto d'un fiato questa sua nuova raccolta. Dentro c'è Luca, il suo mondo sospeso, il suo coraggio. Nel tempo, vado sempre più convincendomi che la vera scrittura trovi la sua espressione più alta solo nella capacità di dire le cose davvero come stanno . Senza infingimenti, nè pavidità. Dobbiamo, in sostanza e per citare Hemingway, sforzarci di raccontare sempre "la cosa più sincera che sappiamo". Questa è l'operazione che Luca compie attraverso i versi e la prosa. Credo che il nostro autore lo faccia da sempre, che sia questa la sua dote innata. Lo fa con ironia, con dolore,

I vagabondi, di Olga Tokarczuk

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Olga Tokarczuk è uno di quegli autori che ti entrano nella pelle. Confesso che non la conoscevo se non come vincitrice di un Nobel, almeno finché non mi sono imbattuta ne "I vagabondi", titolo italiano dato al quasi intraducibile "Bieguni ":  raccolta di visioni, sensazioni, illuminazioni sul senso del viaggio. O, meglio, dello spostamento/spaesamento.  "I racconti hanno una specie di inerzia propria, che non si può mai controllare fino in fondo. Richiedono gente come me, insicura, indecisa, facile da sviare, ingenua", ci dice la Tokarczuk. La distanza che il viaggio crea, rispetto al quotidiano, è capace di darci qualche risposta sul nostro essere qui o, quanto meno, aiuta a porci delle domande. "Forse esiste una specie di riflesso del grande e del piccolo, il corpo dell'uomo collega in sé il tutto con il tutto?", si chiede la Tokarczuk. Lo spostamento è vita, rompe lo schema, la ripetizione, la contabilità ordinata dei giorni

L'irrequietezza di Ransmayr - Leggere mette le ali

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Christoph Ransmayr, scrittore austriaco noto per il suo "Il mondo estremo", è uno degli autori scelti dal nostro gruppo di lettura nell'ambito della trilogia dedicata all'irrequietezza. "Atlante di un uomo irrequieto", oggetto della nostra lettura condivisa, è un testo ipnotico, i cui racconti iniziano tutti con " ho visto ". Diario, narrazione di viaggi attraverso Paesi diversi, secondo una geografia poetica che sfrutta un linguaggio fascinoso e fotografico, il testo ha suscitato in noi reazioni differenti. Io: "Trovo la sua prosa affascinante e misteriosa, forse dispersiva, qui e lì, ma le sue narrazioni rovesciano le immagini, come se l'osservazione della vita avvenisse attraverso un caleidoscopio capace di rileggerne il senso, o forse di scoprirlo per la prima volta". Gabriella Moscati: "È piu bello il tuo commento dei suoi racconti.  Li trovo molto costruiti a tavolino... la struttura seriale con lo stesso incipit

Augustus, di John Williams

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Mia sorella me ne aveva detto un gran bene, "Leggilo, leggilo, vedrai". Così sono corsa a comperare "Augustus", il romanzo che John Williams scrisse nell'arco di cinque anni e che gli valse il premio National Book Award per la narrativa. L'opera fu pubblicata per la prima volta in Italia nel 1974, dalla Sperling & Kupfer. Di Williams avevo già letto il magnifico "Stoner" e mi ero emozionata fino alle lacrime. Provate ora a scorrere le circa quattrocento pagine di questo romanzo storico e vi accadrà la medesima cosa. "Augustus" è un romanzo epistolare che, attraverso flash back temporali di grande impatto narrativo, pagine di diario e dispacci,  delinea la figura dell'Imperatore nei suoi tratti fondamentali. Augusto fu un giovane introverso, catapultato dal destino nella Roma degli scontri civili, con gli ideali repubblicani ridotti ormai a maschere vergognose. Sin dal primo istante comprese di dover agire con prudenza

In memoria di Don Luigi Caturano

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La primavera procede, incurante delle nostre preoccupazioni, nei vicoli e nelle strade. È in questi giorni di quarantena, illuminati da un sole sfottente, che mi arriva la notizia della morte di Don Luigi. Se n'è andato nella calma e nel silenzio che hanno caratterizzato i suoi ultimi anni, senza clamore. Invio a mia sorella un messaggio per comunicarle la brutta notizia, sono le undici di sera ma lei, nonostante sia in prima linea come molti medici, è ancora sveglia. "Non lo sapevo. Quanti ricordi", mi risponde. È proprio vero che la memoria è un ingranaggio subdolo: miliardi di neuroni portati avanti e indietro da qualcosa che non riusciamo a controllare. Tutto sembra passare e nulla passa. Ecco che lo vedo senza abito talare alla guida della sua auto scassata. Frena energicamente, parcheggia, scende dal veicolo con la sua andatura elegante: è un uomo alto e magro, sembra un attore, è deciso, cordiale, ci vuole incontrare per stabilire i termini della racco

"Dove troverete un altro padre come il mio", di Rossana Campo

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Disarticolare la scrittura, affidarla al potere dirompente dei ricordi, alle parole così come sono state dette . Questo lo strumento che Rossana Campo utilizza nel suo "Dove troverete un altro padre come il mio", edito da Ponte alle grazie nel 2015. Un romanzo bellissimo, che ho letto d'un fiato e che ha suscitato in me sentimenti molto forti. In questo scritto, la Campo destruttura il proprio universo interiore e torna alle origini, al linguaggio della sua infanzia, al suo primo mondo. Lei è Rossanì, come la chiama suo padre: una bambina disadattata, senza strumenti ordinari per vivere come invece è dato fare a ogni altra ragazzina. E' orfana di punti fermi. Suo padre Renato è il suo tormento e la sua gioia: un uomo disperato che ha perso il lavoro di carabiniere a causa delle sue esplosioni caratteriali, che s'arrangia e beve, un cicchetto dopo l'altro, spesso usando la figlia come pretesto per fare il giro dei peggiori bar di Savona, che odorano di

La quarantena al tempo delle chat #leggeremetteleali

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Vivere la quarantena ai tempi delle chat letterarie... Scriverci quotidianamente è stato (ed è), ovviamente, il modo migliore per sentirci uniti. Tra i tanti scambi di opinioni, l'ansia e il tentativo di sdrammatizzare, abbiamo scritto a lungo e ci siamo stretti, virtualmente, gli uni agli altri. Mariangela Gualtieri, in questi giorni difficili, ci ha regalato dei versi stupendi che ho condiviso in chat e che riposto qui: Nove marzo duemilaventi "Questo ti voglio dire ci dovevamo fermare. Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti ch’era troppo furioso il nostro fare. Stare dentro le cose. Tutti fuori di noi. Agitare ogni ora – farla fruttare. Ci dovevamo fermare e non ci riuscivamo. Andava fatto insieme. Rallentare la corsa. Ma non ci riuscivamo. Non c’era sforzo umano che ci potesse bloccare. E poiché questo era desiderio tacito comune come un inconscio volere - forse la specie nostra ha ubbidito slacciato le catene che ten

"Anatomia dell'irrequietezza" secondo Leggere mette le ali

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Leggere e parlare di Bruce Chatwin al tempo della "quarantena", in questi giorni così confusi di notizie ed ansia collettiva, ha in sé qualcosa di catartico. Chatwin fu un viaggiatore compulsivo, sempre in bilico tra desiderio di fuggire e nostalgia del ritorno, capace di mettere in dubbio anche la propria identità. Un avventuriero borghese che avrebbe sfidato qualsisi veto pur di rispondere al suo desiderio di scoperta.  "Anatomia dell'irrequietezza" è il testo proposto da  Patrizia Perifano per il nostro gruppo di lettori appassionati. Al termine della lettura abbiamo, come al solito, condiviso le emozioni e le riflessioni che il testo ha suscitato in noi. Patrizia Perifano : "Chatwin scrive di cose fantastiche, di persone e cose che aprono mondi parallelli. Purtroppo  non c'è modo di verificare tutti i suoi continui rimandi... Il racconto su Max Tod è  straniante. Tod , in tedesco, significa morte". Maria Gabriella Moscati : &qu