Varsavia: cosa vedere in un weekend

Siete mai stati a Varsavia? 😀

Emblema di resilienza, coraggio, umiltà, capacità di risorgere dalle proprie ceneri, la capitale della Polonia è una città bellissima. 

Tra i luoghi più vivibili d'Europa, vanta un centro storico curato e molte attrattive (tra cui la Città Vecchia, col suo reticolo di vicoli suggestivi, che invita a rilassanti passeggiate).


Percorrendo la Strada Reale, si giunge alla splendida Piazza del Mercato, la Rynek Starego Miasta, patrimonio Unesco sin dal 1984. Luogo di ritrovo per abitanti e turisti, questa piazza fu rasa al suolo dalla furia nazista dopo l’insurrezione del 1944, che finì in un bagno di sangue. Vanta origini medioevali ed edifici variopinti ed è stata interamente ricostruita nelle fattezze e nei colori originali, anche grazie ai dipinti di Bernardo Bellotto. Il Museo di Varsavia, che sorge proprio in questo luogo, raccoglie testimonianze della vita della città sin dalle origini: quadri, sculture, abiti ed oltre 250.000 oggetti di uso comune. Vale il prezzo del biglietto - che è comunque esiguo - anche per la vista che si gode dall’abbaino.

- ristorante Polka -

Non distante dalla Piazza del Mercato, c'è "Polka", un ristorantino dove si mangia benissimo come, del resto, in tutta la città. A Varsavia troverete ovunque locali georgiani, pub, ristoranti di cucina tradizionale e milk bar: questi ultimi sono tavole calde (come il Familijny, risalente al tempo dell’occupazione sovietica). 

I milk bar vantano costi 'popolari' e cibo di qualità (anche se è un po’ difficile, per i turisti, orientarsi col menù...). Sono ritornati in auge nel 2010 dopo un periodo di decadenza: rappresentano, e non è cosa da poco, la memoria storica della capitale 👍.


- i famosi pierogi -

Il Barbacane (suggestivo di notte, d’estate è luogo di incontro di pittori e artisti) introduce nella Città Nuova (Nowe Miasto), situata fuori dalle mura medioevali e risalente al XV secolo.

L’ampia Piazza del Castello è, come dice il suo nome, dominata dal Palazzo Reale, interamente ricostruito tra il 1971 e il 1988: rappresenta un colpo d’occhio magnifico che - attraversata tutta la Strada Reale, con la sua prestigiosa Università, i suoi edifici e i negozi eleganti - ci riporta anch’esso alle antiche origini della città.

L’architettura del realismo socialista, che ha segnato notevolmente la morfologia della capitale polacca, trova la sua maggiore testimonianza nel palazzo della Cultura e della Scienza, situato accanto alla Stazione Centrale, palazzo che gli abitanti di Varsavia non amano e che chiamano ‘il mostro’.

- il "mostro" -

E’ nella zona dove sorgeva il Ghetto (Wola) che si trova il bellissimo Museo della Resistenza (Warsaw Uprising Museum) edificato in una vecchia centrale elettrica tranviaria e memoriale della battaglia per l’indipendenza combattuta dagli abitanti della città nel 1944. Emblema del coraggio e della forza d’animo dei polacchi, raccoglie manufatti e lettere d’amore, fotografie, abiti, stampanti e oggetti di uso quotidiano che fecero da sfondo all’insurrezione. Mentre si raggiunge il Museo, è possibile scorgere parti del muro del Ghetto, edificato dai nazisti nel 1940. Il luogo ospitava circa 500.000 abitanti in appena 4 km di lunghezza e fu orrendo centro di segregazione degli Ebrei per lungo tempo, fino alla "soluzione finale": costretti ad indossare la stella di David e impossibilitati, fatta salva una speciale autorizzazione, a valicare i tronconi che separavano i vari quartieri, gli Ebrei sopportavano una vita di stenti e di atroce dolore. Le razioni alimentari ridotte al minimo, le terribili condizioni di vita e il conseguente diffondersi dell’epidemia di tifo decimarono, in pochi anni, gran parte della popolazione (pensate che, solo nel Ghetto, si registravano circa 2000 decessi al mese!). Girovagare lungo le strade del quartiere, oggi in pieno restyling, con i suoi grattacieli e quel che resta delle abitazioni di un tempo, fa uno strano effetto. Modernità e storia convivono come un monito, perché ricordare possa servire a non ripetere gli errori del passato.

- uno dei palazzi del Ghetto -


- resti del muro del Ghetto -

Varsavia è sede di ben 20 università, testimonianza della grande cultura dei polacchi: non dimentichiamo che la città diede i natali a Marie Skolowska Curie, vincitrice di ben due Premi Nobel e a quel gran genio di Fryderyk Chopin: al compositore è dedicato un bellissimo Museo interattivo (Muzeum Fryderyka Chopina) dov'è conservato il suo  pianoforte e dove si possono ascoltare le sue ballate ed i suoi valzer, in cuffia e in comodità.

- il pianoforte di Chopin -

Dormire a Varsavia costa poco, sappiatelo: la scelta è ampia e va ricordato che un quattro stelle polacco corrisponde a un nostro 5 ⭐.

Città in rinascita, vivace, civile, merita senz’altro un lungo weekend, magari in autunno, quando si tinge di rosso e di ocra, o in primavera,  quando il clima si fa mite. Ma dev’essere bellissima anche quando è innevata e le luci di Natale la rendono luminosa, avvolgente, suggestiva...



Testimonianza di resilienza, Varsavia è meta ineludibile per quanti vogliano comprendere cosa accadde a un popolo che come pochi soffrì l'orrore della Seconda Guerra Mondiale e del Nazismo, dimostrandosi però capace di ricominciare anche dopo i difficili anni del governo Comunista e della Repubblica Popolare.


- Varsavia com'è e come appariva nei dipinti di Bellotto -


@foto di Tullia Bartolini, tutti i diritti riservati






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