La 'mia' Borgogna in sette giorni

Castelli, abbazie, chiese medioevali, villaggi, fiumi...

Siamo in Borgogna! Prati curati, strade provinciali senza una buca, impossibile vedere immondizia a bordo carreggiata... cura del territorio,  amore per la propria storia. Proprio quel che, ormai, manca a noi! 💖

I bar aprono alle h.10,00, e così le panetterie, i negozi. Le attività chiudono presto (alle h.20,00 i paesini si svuotano). Poca vita, sparuti passanti, aria sonnacchiosa, silenzio, rumore di passi sull'acciottolato. La Borgogna è natura, ritmi slow. Ci si alza tardi, si vive una vita semplice: a settembre si vendemmia, sono tutti nei campi, i locali e le attività in pausa. A Tonnerre, nella chambre presa in fitto, mi sono tornati alla mente i libri letti quando ero poco più che una bambina: le fanciulle con le ciliegie sulle orecchie, i parati a fiori, le stanze riscaldate dal sole. Ma anche la casa dei miei in campagna, la vita che avrebbe potuto essere, se mia madre fosse stata stanziale; i filari d'uva nella luce, i gatti sdraiati sui davanzali delle finestre. La terra, le nuvole, mio padre.


Il viaggio inizia a Lione, dove atterriamo e da dove prendiamo in fitto un'auto dirigendoci verso Mâcon (90 km circa di distanza), paesello con un bel lungofiume. Meglio raggiungere la vicina, deliziosa Cluny, dove sorge l'omonima Abbazia, capitale, nel Medioevo, di ben 1400 monasteri sparsi tra Francia, Italia, Spagna, Germania, Belgio e Gran Bretagna.
È pomeriggio inoltrato e, dati gli orari che hanno qui in Borgogna, l'Abbazia è chiusa. Raggiungiamo così Chalon-sur-Saône, dopo una rapida cena a Tournus (una bella piazza con Cattedrale, ma nulla più. Non vale la sosta...).

Digione di notte

Chalon merita, invece, qualche ora di visita: belle le sue case a graticcio, le piazze, le pâtisserie dove è possibile consumare qualcosa e fare una pausa. La Saona scorre, placida, tra i palazzi settecenteschi e le ville dalle facciate eleganti.

A una trentina di km di distanza c'è la magnifica Beaune: è qui che inizia la grande bellezza. Le viuzze, i locali, i negozi, il meraviglioso "Hotel de Dieu" che, da solo, vale la visita alla città. I fiori di campo nelle aiuole, a bordo strada e sui balconi, ci accompagneranno durante tutte le nostre passeggiate. Strade pulite, antiche case dalle facciate rinascimentali, bella atmosfera, aria frizzante.

Hotel de Dieu, Beaune

A una ventina circa di km da Beaune c'è Digione, imperdibile città di circa 150.000 abitanti, consacrata alla memoria storica dai Duchi di Borgogna, nel cui palazzo sorge il Museo delle belle arti, ricco di opere dell'epoca d'oro del Ducato. Un giorno e mezzo possono bastare, per vederla tutta. I prezzi nei ristoranti sono alti, meglio optare per le brasserie nelle quali, comunque, non è garantita la qualità. Dov'è la Francia di un tempo? Molto torpore e, in cambio, prezzi eccessivi: effetto Covid? Oppure conseguenza di una lunga crisi che, nell'orgogliosa Francia, prosegue da anni e di cui poco trapela? I francesi sono diventati, in compenso, un po' meno spocchiosi e cedono a un inglese raffazzonato ma simpatico, quando debbono darti indicazioni...😉

Il castello di Chateauneuf

Fuori Digione, a Châteauneuf-en-Auxois, sorge l'omonimo, bel castello, uno dei pochi che consigliamo di visitare (molti sono specchietti per le allodole e possono tranquillamente essere guardati da lontano, come le Chateau de Vougeot, una gran delusione).
Piccola tappa a Saulieu. Silenzioso, negozi chiusi, attività dismesse. Meno male che c'è il "Café Parisien", un locale storico - è il più antico cafè della Borgogna! - dove si mangia bene e dove, al piano superiore, ci si ritrova in un'atmosfera di altri tempi... Il proprietario, magnifico, si chiama Jean Marc Tingaud, ed è  l'autore delle fotografie in esposizione: un genio!

Cafè Parisien

Dopo Saulieu, Avallon. Una stradina medioevale con un campanile. Basta una mezz'ora per girarla a piedi.
Ah, questa Francia! È il Paese più visitato al mondo e vende bene ciò che ha... pensare che l'Italia è solo al quinto posto, col suo 50% del patrimonio culturale mondiale!
Tappa successiva - noi non molliamo - a Vezelay: davvero carina, con una Cattedrale romanico-gotica importante per la storia che racconta (Bernardo di Chiaravalle la fondò nel 1120 e, da allora, tra distruzioni e violenza giacobina, sopravvive...). La visita non richiede più di due ore, ma il paese è magnifico e racconta un intatto Medioevo.
Si passa poi ad Auxerre, bella città in restyling con un magnifico lungo-fiume (lo Yonne vi scorre luminoso) e importanti case a graticcio. Auxerre conta poco più di 38.000 abitanti ed ha un bel centro storico (l'antica Abbazia di Saint Germain è famosa per i suoi affreschi di epoca carolingia, tra i più antichi di Europa).
Lasciamo Auxerre e attraversiamo Chablis, la patria dello Chardonnay: odore di mosto nell'aria, case graziose, due stradine che s'intrecciano, nient'altro da vedere... Però: filari d'uva a perdita d'occhio nelle campagne, uno spettacolo imperdibile, magnifico. Peccato poi, a 20 km di distanza, arrivare a Tonnerre: un luogo spettrale, tristissimo, ristoranti chiusi, non si sente volare una mosca... occupiamo una camera in una bella villa di fine '800. Almeno ci consoliamo così...


Auxerre

Abbazia di Fontenay

Fabbrica di confetti, Flavigny


Ancora Flavigny

Il giorno dopo, andiamo a visitare, a una cinquantina di chilometri di distanza, l'Abbazia cistercense di Fontenay. È davvero stupenda, ben tenuta e suggestiva. Fondata anch'essa da Bernardo di Chiaravalle, nel 1118, è una delle meglio tenute d'Europa e mantiene gran parte degli spazi originari. Oggi patrimonio Unesco, venne trasformata in cartiera agli inizi del '900, finché non intervenne il genero di Montgolfier, Éduard Aynard, banchiere, che la acquistò e la riportò agli antichi fasti.

Percorrendo 25 km, lungo la strada fiancheggiata dalla Saona, troviamo Flavigny, dove sorge la stupenda fabbrica-museo degli omonimi confetti venduti in tutto il mondo. Odore di anice - inebriante - e un delizioso bar sul retro, nel cortile, dove ci fermiamo per un caffè. Sole, tranquillità, benessere. Momenti che sei destinato a ricordare per sempre e che vivi fino in fondo... Mi torna alla mente l'officina di mio nonno, io che rotolo tra i cartoni e metto in ordine tra gli scaffali... La cripta carolingia dell'ex Abbazia, oggi scomparsa, è Monumento storico di Francia e si trova a pochi metri dalla fabbrica: è davvero affascinante e si visita gratuitamente. Flavigny è stato dichiarato uno dei bei paesini di Francia: ma Johnny Depp è andato via da tempo, purtroppo... Il negozietto dove fu girato il film "Chocolat" non è che una vetrata sporca... il resto, nel paesino, Ã¨ leggero torpore, rumore di foglie secche calpestate, sospiri...👄

Il set di 'Chocolat'

Ultima tappa del viaggio (percorrenza circa 1000 km) è Autun. Dormiamo in un antico convento, un hotel a 4 stelle ormai in degrado. Però, lo ammetto, la città ha qualcosa di poetico, nella sua geografia. L'alto campanile, le case a graticcio, i negozi di fiori, le stradine che, nemmeno a dirlo, alle otto di sera si svuotano... Struggente, poetico luogo, Autun.

Autun

Ancora Autun, scorcio della Cattedrale

L'aereo del ritorno ci attende a Lione, che percorriamo nella parte più antica (la vieu Lyon) per respirare un po' di energia... In questa città ci eravamo già stati nel dicembre 2019 ma poi, purtroppo, la pandemia ci ha costretto a fermarci. Viaggiare ci è mancato tantissimo. Siamo dei privilegiati, ce lo diciamo sorridendo, cercando di salvare la memoria della bellezza intravista...

Cosa ci portiamo a casa, dalla Borgogna? La campagna ordinata e malinconica. Le mucche charolais. Il silenzio. Le case abbandonate in paeselli che si vanno sempre più svuotando. I negozi chiusi. Le vetrine con abiti demodè. Le luci spente dietro le finestre. Gli infissi settecenteschi arrugginiti, le ragnatele. La pulizia del centro città a Digione. I fiori lungo la strada, i mulini, i fiumi e una campagna tra le più belle mai viste. Il ricordo di un buon bicchiere di vino. Cibo non indimenticabile (stiamo parlando di una regione famosa per la sua gastronomia: eppure, è stato impossibile trovare un pollo "alla Bresse" in tutta Lohuans, paesino dove abbiamo pranzato...).

Insomma, si può dire che in Borgogna c'è molta poesia ma che le guide turistiche non vanno seguite a menadito, perché spesso esagerano. Bisogna selezionare bene le mete da visitare, ma di certo chi ama il vintage e un'atmosfera demodé, qui troverà pane per i suoi denti...
Che spostarsi dai luoghi consueti  vale sempre la pena... perché "non c'è felicità per chi non viaggia, Rohita!".




@foto di Tullia Bartolini, tutti i diritti riservati



Commenti

Post popolari in questo blog

Persone

Mia madre, di Doris Lessing

Da Malaga ad Almeria, coast to coast: cosa vedere in una settimana