Brucia il respiro


Il viaggio è fatto di uno sradicamento temporaneo che ci getta nel mondo. Si va ad esplorare l'anima nostra e quella di una città.
Si avanza alla ricerca del tempo trascorso, della sedimentazione di storie, volti, nomi, tracce: li cerchiamo con la curiosità di un entomologo, con la stessa spietata delicatezza. Saremo tracce anche noi.

Una volta ho letto che i grandi viaggiatori (anche se restano, talvolta, intimamente, un po' turisti), sono sempre persone in fuga da un primo mondo, da madri e padri castranti.
Magari è davvero così.

Intanto, questo scollamento dal quotidiano, è gioia pura.
Sentire le gambe tese nel passo che attraversa una porzione di terra. I muscoli contratti come in una lotta tra noi e l'avventura del mondo.
Godere di sapori sconosciuti, della sorpresa di un gusto diverso, di un cibo cucinato chissà da chi, chissà da quanti secoli.
Cambiano le cellule del corpo, cambia il colore degli occhi.
Si aprono i polmoni, tutto il possibile è davanti a noi, la scoperta dietro ogni porta. 

Si costruiscono memorie per gli inverni di solitudine. Capita che la pulsione vitale che tante volte abbiamo destinato ad altri esseri umani vada a raggiungere un luogo che non ci è mai appartenuto e che mai ci apparterrà..
E' pur sempre una follia d'amore e brucia il respiro.





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