Tolosa, Carcassonne e Albi: cosa vedere in pochi giorni


Atterriamo all’aeroporto di Tolosa in una piovosa giornata di marzo. L’aeroporto è situato fuori dalla città, nella frazione di Blagnac. Con un tram o un bus si raggiunge la periferia e, da lì, si può prendere la metro per arrivare fino in centro. L’hotel dove abbiamo scelto di dormire a Tolosa appartiene alla catena dell’Ibis e vi passeremo solo una notte. E’ situato proprio di fronte alla Stazione ferroviaria (Gare Matabiau), dove si trovano diversi desk per il fitto delle automobili.


Tolosa




Chiostro della Chiesa dei Giacobini



La sensazione è subito quella di trovarsi di fronte a una città vivace e in pieno restyling: lavori in corso, rifacimento di piazze e strade, secondo  un progetto di riqualificazione urbana che ha avuto inizio nel 2014 e che dovrebbe concludersi nel 2020.
Città ricca di storia, Tolosa ha grandi ambizioni: la via che dalla stazione conduce, seguendo un piccolo tratto a piedi, fino al centro, è stata oggetto di importanti interventi urbanistici: rifacimento di gran parte delle facciate e insediamento di nuovi ristoranti, bar, negozi.
Prima di adesso, ci dice un commerciante, questa zona era una vera kebabberia a cielo aperto, non proprio un bel biglietto da visita per i turisti.
Tolosa ha molto da offrire a chi la visita: la Place du Capitole, splendida al tramonto quando si tinge di rosa, da raggiungere percorrendo i vicoli stretti tra palazzi medioevali e costruzioni a graticcio; la Basilica di Saint Sernin, considerata la più bella chiesa romanica d’Europa; la Chiesa e il Convento dei Giacobini.
La chiesa dei Giacobini, che conserva, in una piccola teca, le spoglie di  Tommaso d’Aquino, ha ingresso gratuito, mentre lo splendido Chiostro è a pagamento: la visita è quasi obbligatoria! 
Molti sono i musei, tra cui quello ospitato nell'Hotel d'Assézat, magnifico palazzo del XVI secolo che, da solo, vale la visita e che ospita la collezione della Fondazione Bemberg.



Fondazione Bemberg






Chi ha tempo e voglia, meteo permettendo, può regalarsi un’escursione lungo la Garonna che, placida, attraversa tutta Tolosa. Il Canale du Midi, voluto da Luigi XIV, unisce il Mediterraneo all’Atlantico ed è stato dichiarato Patrimonio dell’UNESCO.
All’hotel ‘Le Grand Balcon’ ha spesso soggiornato, all’epoca, Antoine de Exupéry, l’autore de ‘Il piccolo principe’. Era infatti un pilota aeronautico e, già allora, Tolosa dimostrava una grande apertura al futuro: poco fuori città aveva sede una Compagnia aerea (successivamente venduta ad Air France), per la quale lavorava lo scrittore. Oggi, dalle parti di Blagnac, si produce l’Airbus: Tolosa è, infatti, il più importante centro aerospaziale d’Europa!
A Tolosa si mangia bene dappertutto: in centro i prezzi medi sono piuttosto alti, ma non potete mancare la famosa cassoulet, a base di fagioli bianchi e carne:  una vera goduria…



La cassoulet

   
Dopo Tolosa, percorrendo circa 100 km di autostrada, abbiamo raggiunto Carcassonne.
L’impatto, appena arrivati, non è stato dei migliori: erano passate le sedici, soffiava una tramontana tagliente, il cielo era cupo e grigio. Nella Cité, raggiunta a piedi attraversando il ponte medioevale, abbiamo trovato negozi chiusi e chiuso anche il Castello. L’antica Carcassonne si stagliava maestosa contro il cielo, con i suoi tetti in ardesia e le sue splendide torri (ben 56). Ma la cittadina, dentro la doppia cerchia delle mura, ci è apparsa triste e desolata, con brutte edicole di negozi (che vendono pura paccottiglia turistica) e ristoranti che sono trappole per i visitatori. Fortunatamente, abbiamo soggiornato nella città bassa, sulle sponde dell’Aude, in una guest-house bellissima, “Les chambres d’Aimé”.
Il mattino dopo, con un sole splendido ed un cielo blu cobalto, abbiamo potuto visitare il castello (studenti e giornalisti non pagano nulla), costruito nel XII secolo dalla famiglia Trencavel: possiamo dire che ne vale davvero la pena Restaurato alla fine dell’ottocento, offre al turista la possibilità di fare un vero e proprio salto nel passato, dalle origini fino agli anni bui della persecuzione contro i Catari, giungendo poi alle epoche successive. Peccato per l’atmosfera un po’ finta e troppo turistica che deturpa la bellezza delle case a graticcio della Cité e non ne rispetta la storia. Oltretutto, la fiumana di persone che, ogni giorno, vi si riversa, non la rende né così gradevole, né tanto pulita : forse servirebbero degli interventi di riqualificazione a tutti gli effetti.
Nella città bassa ci sono diversi localini dove poter mangiare ottimi piatti. Attenti ai prezzi, ma meglio qui che nella città antica, a nostro avviso.



Carcassonne, cinta muraria





Dopo una serata e una mattinata trascorse a Carcassonne, partiamo alla volta della rossa Albi, città natale di Toulouse Lautrec e sede del Museo (splendido!) a lui dedicato, dove sono conservate la maggior parte delle sue opere, generosamente donate dalla madre Adele.
L'incantevole Albi vanta la Cattedrale in mattoni più grande del mondo: un gigante di colore ocra che svetta, col suo campanile, su tutta la città. Arrivarvi percorrendo i vicoli medioevali è davvero emozionante: anche qui, case a graticcio e un' atmosfera sospesa nel tempo. Di fronte alla Cattedrale-fortezza di Santa Cecilia si erge, maestoso, il Palazzo della Berbie, che ospita la collezione dei quadri di Lautrec. Dalla nostra guest-house, una dimora situata a un quarto d’ora a piedi dal centro storico (“L’autre rives”, la consiglio per l’atmosfera, la gentilezza della proprietaria Isabelle e per la splendida colazione!), abbiamo raggiunto la Città Episcopale, patrimonio dell’UNESCO. Attraversare il Ponte Vecchio, edificato nel 1040, è un’esperienza meravigliosa. Non bisogna mancare la visita della Cattedrale di Saint Salvì, la più antica della città, con il bellissimo Chiostro seminascosto in un vicolo.
Al tramonto, Albi si tinge di rosso, il fiume Tarn diviene d’un azzurro iridescente, tutto appare puro e struggente.
Albi richiede un giorno di visita, ma un pernottamento può aiutare a ripartire meno stanchi: non mancano locali e ristoranti, sempre pieni il sabato sera (ma Isabelle ci ha aiutati a prenotarne uno che non ci ha deluso).



Chiostro della Chiesa di Sant Salvì


Il fiume Tarn

Il ponte vecchio sul Tarn



La maestosa Cattedrale di Santa Cecilia


Da Albi a Tolosa, dove ci aspetta l’aereo per rientrare a casa, vi sono da percorrere una settantina di km, che scorrono rapidi tra paesini deliziosi e campagne curate.
Quanto decoro, quanta amorevole cura, quanto orgoglio, in terra d’Occitania!

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