L'onore perduto di Katharina Blum





Ha solo ventisette anni, Katharina Blum, quando finisce sulla ribalta mediatica per una vicenda che apparirà, sin dal primo momento, inafferrabile.
La stessa Katharina risulta indecifrabile. 
Fredda, compassata, ha costruito con pervicacia la sua immagine, forse per sfuggire a una madre che l'ha costretta ad essere una 'figlia genitoriale'.
Il lettore freme, pagina dopo pagina, per capire dove la storia voglia arrivare. 
Dietro la narrazione asciutta, chirurgica, fredda di Böll, c'è un magma che ribolle e che coinvolge chi legge. Cosa è accaduto, perché la protagonista si autodenuncia e racconta di aver ucciso un uomo a sangue freddo?
Soprattutto: c'è un colpevole? E chi è davvero la vittima di questa vicenda su cui la stampa si è accanita e, più di tutti, il GIORNALE, rivista scandalistica, specializzata in gossip e abile nel seminare dubbi e illazioni anche sulla vera identità dell'indagata? 

Dice il commissario a Katharina, nel corso di un interrogatorio: "Del resto, grazie ai suoi rapporti con Gotten lei era ormai un 'personaggio d'attualità' e perciò oggetto di un giustificato interesse da parte del pubblico". 

Perfino il lettore più lucido e distaccato fa i conti col sospetto e, a tratti, scruta con occhio diffidente la Blum: la verità della carta stampata supera dunque la realtà dei fatti.
Böll ci riporta ai dati, alla confessione resa dall'accusata, alla cronologia della vicenda.
Pur tuttavia, resta sempre il dubbio che qualcosa di vero ci sia, nel racconto pruriginoso ed irrispettoso del giornalista Totges. C'è stata una notte d'amore, il cui svolgimento troppo stride con l'immagine puritana e controllata che la donna vuol dare di sé; c'è un appartamento che Katharina, che svolge il lavoro di domestica, ha acquistato nonostante non fosse alla sua portata; c'è un anello costoso ritrovato in casa sua; c'è qualcuno - un uomo potente - che ha tutto l'interesse a non comparire...
Soprattutto, c'è un ricercato, la cui fuga Katharina ha coperto. 

Totges morirà per mano della donna, ucciso a sangue freddo e senza ripensamenti. Ma chi è la vera vittima, chi il vero carnefice? Chi potrà mai risarcire Katharina di ciò che, per mano della stampa, le è stato tolto, devastandole la vita?
L'ironia di Böll, che non manca di far sorridere il lettore, si accompagna a uno stile pungente e potente.
"L'onore perduto di Katharina Blum" è un dito puntato contro certa stampa e contro l'ipocrisia del ceto borghese che, sempre, sa come muoversi per tutelare i propri interessi. Un libro attuale che fa molto riflettere sul cosiddetto 'quinto potere' e sui meccanismi che ne regolano il funzionamento.
Dal romanzo è stato tratto anche un film, intitolato "Il caso Katharina Blum", per la regia di Volker Schlondorff e Margarethe Von Trotta.

* * *

Ecco, qui di seguito, le riflessioni di Loredana Russi, membro del nostro gruppo di lettura, a proposito del romanzo:

Böll è un genio. Arguto, ironico, ma al tempo stesso poetico porta per mano il lettore in un romanzo che inizia dalla fine e, in poco più di cento pagine, spiega le circostanze che a quella fine hanno portato. Splendida la definizione della sua narrazione: un'operazione di "drenaggio o di prosciugamento" con inevitabili "dislivelli e conseguenti pareggi di livello, e, in cambio, arresti e ristagni, insabbiamento, confluenze fallite, fonti che «non riescono a mescolare le loro acque», e poi correnti sotterranee ecc.ecc".
Le parole sono protagoniste di questo breve romanzo, le parole, la loro potenza, il loro potere, le parole e l'uso che se ne fa; le parole con tutto il loro carico di significato, che cambia se usate con lealtà o con inganno; le parole con tutto ciò che sono in grado di creare e distruggere.
Da un lato troviamo l'uso onesto, limpido  della parola di K. B.  che ricerca con attenzione quella che esprima in maniera quanto più  precisa e corretta un concetto, ricerca che viene definita la "fastidiosa sensibilità linguistica della Blum", che durante gli interrogatori giunge a " vere e proprie controversie linguistiche" con i procuratori perché, ad esempio, scherzare e molestare non hanno lo stesso significato, in quanto "scherzare è un atto bilaterale, molestare invece un atto unilaterale". (Leggendo mi è venuto in mente Moretti: "Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!")'
Dall'altro lato l'uso spregevole, utilitaristico, approssimativo e rozzo, fino alla «manomissione» vera e propria ed attraverso esse, la manomissione della realtà, operata dai rappresentanti di un giornalismo odioso, portato al sensazionalismo, becero e volgare, troppo spesso in malafede, che, con il semplice atto di sostituire alcuni sostantivi, aggettivi o verbi nelle varie deposizioni, costruiscono una Katharina Blum completamente diversa da quella che realmente è.
Ovviamente dietro un certo tipo di giornalismo c'è una curiosità morbosa, malata, inspiegabile che spinge la gente a seguirlo...

Lo stile, che ricorda molto quello adoperato in Foto di gruppo con signora, è quello dell'inchiesta. E, a ben vedere, Katharina e Leni, hanno molti tratti in comune.

La sincera affidabilità, la disarmante semplicità, la precisione, l'onestà, la purezza di K., la sua "calda freddezza" insieme alla sua tremenda solitudine che la porta nei tristi e vuoti pomeriggi invernali, specialmente quando piove, a mettersi in macchina e guidare per chilometri per non soccombere, il suo sentimento quasi da bambina nei confronti di Ludwig, fino a quel suo andare "vagando per la città in cerca di rimorsi" senza trovarne, mi hanno conquistato.
Inoltre, come sempre accade nei libri di Böll, troviamo uno spaccato della società e della storia della Germania.
Un libro che fa indignare, sorridere, riflettere, commuovere.

Scrive Chiara Vesce: Mi ritrovo nelle vostre riflessioni, soprattutto nelle sottolineature. La pianificazione della narrazione dei fatti al paragrafo 2, che Lori ha evidenziato, mi ha conquistato totalmente. Sia ciò  che ha sottolineato Lori, sia le annotazioni di Patrizia, le avevo considerate anche io pennellate da grande maestro.
Anche ciò che dice Tullia rispetto alla posizione del lettore nei confronti di Katharina corrisponde ai miei sentimenti e giudizi su di lei; giudizi che oscillano tra l'ammirazione e una certa antipatia verso la sua perfezione, costruzione che le serve per superare la condizione di vittima naturale in cui la vita l'ha collocata, ma che mi ha condizionato e fatto virare verso il sospetto.

Ed ecco le riflessioni della nostra Gabriella Moscati:
Care ragazze,  ammiro tutte le vostre disamine sulla figura di Katharina ma, per me , questo  romanzo è  SOPRATTUTTO ED ESSENZIALMENTE POLITICO! Posso  dirvi , come si usava una volta, solo delle parole chiave, per la lettura:  1) autobiografia;  2 ) banda baader mainorf; 3) suicidio; 4 ) Margarethe Von Trotta; 5) il cielo sopra berlino; 6) anni di piombo.
Forse sono, come dire, vezzosamente age', ma non posso fare a meno di considerare l' anno della scrittura del testo, il contesto tedesco e la collocazione dell evento
E, naturalmente, la posizione politica di Boll.
Poi, inchini e riverenze per una scrittura eccelsa e, per i tempi, "sgradevole" e, come direbbe Tullia, ' asciutta'.

#Leggere mette le ali





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