Atene è per sempre
"Vedrai, se vai ad Atene ti innamorerai della Grecia". Così disse ad Henry Miller il suo amico Lawrence Durrell, mettendolo in contatto con il greco Ghiorghios Katsìmbalis, uomo dal fisico taurino ma con la "sensibilità di una colomba".
Fu proprio l'incontro con Giorghios che consentì allo scrittore di conoscere profondamente un luogo a cui restò legato per sempre. Nel '39 Miller lasciò Parigi, dove aveva vissuto per dieci anni, a causa della guerra, e raggiunse Atene. Scoprire la Grecia fu, per lui, una vera e propria epifania. La visitò interamente. Nel suo "Il colosso di Marussi" scrisse di averlo fatto come un "selvaggio": senza leggere nulla né approfondire, solo con la volontà di sentire il luogo, la natura e i paesaggi.
D'altronde, Miller non fu il solo, a innamorarsi di Atene: Freud, che tanto ne aveva letto, arrivato nel 1904 al cospetto del Partenone, assieme a suo fratello, ebbe quasi un malore. "Per me fu come avvistare il mostro di Loch Ness" disse.
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Ho letto, nello splendido libro di Giorgio Ieranò, intitolato "Atene" (I Maverick, Einaudi) molte cose che non sapevo riguardo a questa capitale. Aneddoti e vicende risalenti a tempi lontanissimi ma anche più recenti. Ed è vero che i testi possono spiegarci l'esistenza, le sensazioni che proviamo: "Tutto quel che so della mia vita l'ho appreso dai libri" scriveva, a ragione, il caro Sartre.
Sono tornata ad Atene molte volte, dopo il viaggio immaginifico fatto nel 2007 con la mia amica poetessa Cinzia Caputo; allora, sbarcate a Killini durante gli incendi che devastarono il Peloponneso, in fuga dalle fiamme ci dirigemmo verso la capitale greca sperando, in qualche modo, di poterla by-passare. Non ci fu possibile. Ero alla guida della mia auto quando Cinzia indicò un punto lontano dove, nell'azzurro del cielo, vidi baluginare le colonne del Partenone. Così, cambiammo idea e decidemmo di fermarci ad Atene, che Cinzia, seduta accanto a me, sembrava conoscere quasi ci avesse già vissuto.
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Sono poi tornata ad Atene in molte occasioni, durante i miei viaggi per conoscere le isole greche; una volta anche col mio compagno di vita e con i miei figli. Ad ogni visita, mi è parsa diversa. L'antica agorà, prima degli scavi condotti dalla Scuola Americana di Studi Classici di Atene (1931), aveva un volto completamente diverso, era un quartiere rutilante - denominato Vrysaki - , pieno di case, negozi. Eppure, passeggiandovi, mi è sempre sembrata autentica, ferma al tempo di Aristide o Aristotele. Le antiche pietre, gli alberi. Ho letto poi, nel testo di Ieranò, che un gruppo di botanici, al tempo dei scavi americani, volle ripristinare a tutti i costi l'aspetto che il luogo doveva avere proprio all'epoca di Aristotele: piantando la stessa vegetazione, i medesimi mandorli, mirti, melograni.
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Capire una città, tentare di comprenderla, non toglie alcun fascino alla stessa, anzi. Scoprirne i volti, i nomi che ne hanno fatto la storia, ne svela il battito profondo. E' come un amore: più conosci davvero qualcuno, più vuoi scoprirne l'anima. Ogni domanda apre un nuovo spazio dentro di noi.
Sarò romantica, non metto in dubbio. Ma Atene è per me qualcosa di clamoroso e travolgente, rappresenta un richiamo a cui non so resistere. Superba, carismatica, con un'anima araba, Atene è davvero per sempre.
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Cicladi |
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Una perfetta felicità |
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Federica e le Cariatidi, 2017 |
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Atene, 2017 |
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