Mi chiamava e io ...

Quanti numeri ho cancellato dalla memoria?

Mi chiamava e un mondo preciso mi si disegnava davanti. Le sue belle spalle! Dovevo prendere un treno e già mi mancava. Sorrideva - dio, com'era bello, quel ragazzo che poi sarebbe diventato mio marito - ma io andavo via. Sono sempre stata quella che se ne andava, tra noi due la più difficile. 

Me ne sarei andata anche dopo, ma non potevamo saperlo.

E la tua voce, di sera, di mattina, la voce in segreteria, dicevi: Sono Pina. Piano ti scollegavi dalla realtà, non ricordavi se avessi preso i soldi della pensione, dimenticavi dove mettevi le cose. Aiutami, dicevi. Proprio tu, abituata a dirigere la tua vita e a decidere per tutti, chiedevi alla pecora nera della famiglia di essere il bastone della tua vecchiaia.

In quel momento ti ho perdonato e mi sono perdonata. La figlia eretica è diventata figlia davvero. Ribellarmi è stato doloroso, ma mi ha liberata. Ho iniziato a camminare nel mondo con passo leggero, i miei figli mi sono stati accanto. Due soli luminosi. Ci sono state ombre irrisolte lungo il cammino, uomini i cui numeri ho dimenticato. Grandi maestri - grandi narcisi -, mi hanno mostrato un altro aspetto della realtà, avvolgente solo finché le maschere non sono cadute.

Ma tu, Pina, mi avevi perdonata? 

Non mi chiamerai più. Il tuo numero di telefono è stato disattivato. Non esisti, c'è solo una foto, adesso, il mento leggermente alzato, lo sguardo di sfida. Quanto abbiamo litigato, eppure quella rabbia è stato solo desiderio di essere altro da te.

Mentre scrivo la realtà è già distorsione, rilettura dei dati, smarginamento dei fatti. Ma nonostante le delusioni resto in piedi, sono nel mondo e appartengo a me stessa, alla mia storia.

Cancellerò altri numeri. O forse no. Ho imparato a restare lì dove gli alberi mettono radici salde e le parole sanno dire i fatti. Pronto. Sono qui.



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