Sei giorni in Estremadura, cosa vedere

L'Estremadura è Spagna profonda, va bene per i cuori romantici e per i viaggiatori che amano l'autentico. Vicina al Portogallo, a un passo dall'Andalusia, a est si ricollega alla rutilante Madrid, da dove il viaggio può iniziare e dove può anche finire...


Sabato - La prima tappa, atterrati all'aeroporto della capitale e percorse circa due ore e trenta di autostrada (pagando non più di 4,00 euro di pedaggio in tutto) è Plasencia

Piccola città caratterizzata da bei palazzi medioevali e rinascimentali, racchiusa in una cerchia di mura parzialmente conservate, ha un centro storico caratterizzato da due cattedrali (Vieja e Nueva) inglobate tra di loro. Plasencia va girata a piedi e lentamente. Affascinante il palazzo del marchese di Mirabel, da visitare pagando un ticket (4,00 euro) al simpatico custode: sale, ampi spazi in cui visse la famiglia e i suoi discendenti, cortili ombreggiati, una terrazza adornata da colonne e reperti di epoca romana. Un bel quadro del tempo che fu. 

A piedi, dalle mura, si può raggiungere la zona del Parque de La Isla, sul fiume Jerte, dove i bambini e gli adulti se ne stanno sdraiati sull'erba e fanno allegramente il bagno. Un consiglio: per cenare risalite nel centro storico e cercate con calma qualche locale carino. Noi abbiamo mangiato lungo il fiume e... non lo consigliamo. Molto bello il ristorante del Parador, se si alloggia tra le sue mura. 







Domenica - Il giorno dopo ci dirigiamo verso Cáceres e, dopo un'oretta di auto, arriviamo al nostro hotel, quattro km fuori città. Immerso nel verde, tra il gracidare delle rane e il volo delle cicogne, ci pare un piccolo paradiso. Il tempo di disfare i bagagli ed eccoci al centro della città che, da subito, ci sembra vivace e movimentata: per le strade, si festeggia il Corpus domini.


Cáceres è una città bellissima,  ricca di scorci suggestivi e vicoli che hanno ospitato le riprese di alcune scene de "Il trono di spade"; gode di uno stile medioevale e rinascimentale che ha superato il tempo e che fa mostra di sé, meraviglioso, nelle strade e sulle facciate dei palazzi ornati di stemmi. I notabili dell'Estremadura era qui che venivano a vivere e qui hanno lasciato impronte mirabili che fanno oggi, di questa cittadina di più di 90.000 abitanti, un luogo riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità.



Regalatevi una cena degustazione da Torre de Sande, non ve ne pentirete...


Lunedì/Martedì - Partiamo alla volta di Merida, città  Patrimonio Unesco, dove staremo due notti. 
L'impatto non è dei migliori, il nostro hotel - uno splendido palazzo rinascimentale - affaccia direttamente su Plaza Mayor, che è ricca di bar e locali ma che necessiterebbe di un serio restyling: disordinata architettonicamente,  pavimentazione da rivedere, palazzi moderni e antichi che convivono (male). 
Il tempo è "suave" e lo sarà per tutto il viaggio, 24 gradi piacevoli e rilassanti, così cerchiamo di esplorare la città cercando di non essere prevenuti. 
Pranziamo accanto all'Arco, porta monumentale che dava accesso a un tempio. Si tratta di un'opera di 15 metri di altezza, spogliata del marmo che la ricopriva; in passato è stata fittiziamente attribuita all'imperatore Traiano. 
Ci spostiamo verso l'Alcazaba e attraversiamo il ponte romano costruito durante il regno di Augusto: è il più lungo dell'antichità,  taglia il fiume Albarregas ed è stato dichiarato Patrimonio Unesco nel 1993. È davvero bellissimo!


La vera Mérida, lasciatoci alle spalle il traffico della periferia e la disarmonia di Plaza Mayor, inizia il giorno dopo con la visita all'Alcazaba: biglietto unico per conoscere tutti i siti di interesse e via, inizia la grande bellezza...


L'Alcazaba è una fortificazione del  IX secolo, anch'essa dichiarata Patrimonio Unesco, costruita durante la dominazione araba su un insediamento romano (si possono ancora vedere i resti di una dimora romana e le successive mura visigote costruite a rinforzo della cerchia originaria).


Ma Mérida offre molto altro: il Teatro romano, l'Anfiteatro, la Casa del Mitreo, il tempio di Diana, l'ippodromo (tra i meglio conservati in Europa). Un gioiello da non perdere è (anche) il Museo nazionale di Arte Romana, opera dell'architetto Rafael Moneo e maestoso, ricchissimo di reperti, tra i quali spiccano importanti mosaici, oggetti in vetro e in ceramica e imponenti sculture. 



 
Mercoledì - Dopo Mérida è la volta di Zafra, la "piccola Siviglia". Il paesino, con le sue due piazzette contigue e i suoi 16000 abitanti, è molto carino e accogliente; vanta bei ristorantini (noi abbiamo cenato da Meraki) ma non richiede più di un paio di ore di visita. Il Parador,  trasformato oggi in hotel di lusso, si visita previa consumazione al bar. Gli interni sono deludenti.
Noi a Zafra ci abbiamo passato la notte e
 lo consigliamo solo a chi è davvero molto stanco e vuole fare una pausa sonnolenta ...


Giovedì - È la volta di Trujillo, luogo incantevole anche per i meno romantici. Palazzi che rimandano al medioevo, vista poetica sulla valle dall'Alcazaba, di cui rimangono le mura e l'ampio cortile che si apre su un'antica cisterna.
La casa natale di Francisco Pizzarro merita la visita, non fosse altro che per vedere da dove si mosse quest'uomo completamente analfabeta per raggiungere (con buona pace del suo socio Almagro, costretto a ripiegare verso il Cile) le coste del Perù. È senz'altro una storia di morte e distruzione, una delle tante, che però è bene conoscere. Dunque, Trujillo: che incanto di pietre e ocra, di salite e dì discese e storie tutte ancora da scoprire...






Memori di Zafra decidiamo di non passare la notte a Trujllo (una mattina e un pomeriggio possono bastare per vederla tutta) e cerchiamo di avvicinarci a Madrid, scegliendo di fermarci a Navalcarnero, paesino a 31 km dalla capitale, comodo e carino, che sembra disegnato seguendo i criteri di una "città ideale". Ritmi lenti, cura degli spazi,  ordine, pulizia ed un ottimo hotel boutique in cui sostare. 

Venerdì - Il giorno dopo, in serata  ci aspetta l'aereo per Napoli, ma fare un giro al Museo Thyssen ci pare obbligatorio e salutare ...



E l'ora di salutarci, eterna Spagna! Ma tanto è solo un arrivederci...


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