La società senza dolore


Byung-Chul Han, tra i filosofi più importanti del nostro tempo - e forse il più letto al mondo - affronta, in questo breve testo, un argomento spinoso: la fuga dal dolore, tanto diffusa nella nostra odierna società.

Altri sociologi si sono dedicati al tema: da Fromm a Bauman, i grandi pensatori del '900 hanno saputo ben descrivere il fenomeno della cosiddetta "fuga dalla libertà" che, in sostanza, è fuga dalle responsabilità e dal dolore. Ogni cosa, oggi, spinge l'individuo ad eludere il rischio di soffrire. 

In nome della resilienza e della reazione che nega, rimuove e supera, il dolore deve essere accantonato rapidamente. 

Secondo Han, questa rapidità e questa finta sicurezza non sono che l'ennesima prigione che ci chiude al mondo. Isolato e senza quei legami che potrebbero comportare sofferenza - costruiti nel tempo, profondi e veri - l'uomo diviene facile preda del mercato. L'attuale pandemia, argomenta il filosofo tedesco-coreano, con le sue regole e chiusure imposte, ci mette dinanzi a ciò che per troppo tempo abbiamo rimosso: l'idea della nostra nostra vulnerabilità. 

Han ci costringe, con questo saggio affidato ad uno stile netto e cristallino, a mettere in discussione le nostre certezze. E, nel farlo, ci consegna nuovi strumenti per affrontare e leggere la realtà in cui ci muoviamo.


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