Bucarest in due giorni e mezzo: cosa vedere


Volevamo visitare Bucarest da un po'. 
La Romania appare in piena rinascita; il suo PIL è in continua crescita e il suo debito pubblico è, in proporzione, pari a circa il 35%: nulla, rispetto al 145% italiano. 
Non crediate che la capitale sia così economica: è - piuttosto - una città al passo con i tempi, che vuol recuperare gli anni bui della dittatura e che sa sfruttare molto bene i fondi europei. Da poco il Paese è entrato anche nell'area Schengen.





Vie di Lipscani


Monastero di Stavopoleos 

Palazzo Reale


Bucarest è una città fascinosa e imperfetta che non annoia; in pieno restyling, appare ricca di contrasti, di semafori e di dehors. Il progetto di Ceausescu di modernizzare la Romania - e di fare della sua capitale una degna metropoli -, unito alla sua megalomania, portò allo sventramento del centro storico e alla creazione di immensi boulevard, che tagliano la città in lungo e in largo. Furono abbattute antiche chiese e abitazioni di epoca medioevale, perché il sogno del dittatore potesse prendere forma e per consentire la costruzione dell'immensa Casa Populurui, seconda solo al Pentagono per dimensioni. La visita guidata del Palazzo è (inutilmente) lunga e noiosa e, personalmente, la sconsiglio. Meglio un bel colpo d'occhio dall'esterno. 

Qualcosa dell'antico nucleo della città è rimasto a Lipscani, nei vicoli acciottolati e nelle facciate delle case. Molto bello il piccolo monastero di Stavopoleos, recentemente restaurato. Di notte il quartiere sembra Siem Reap, un ristorantificio a luci rosse e musica assordante che a me non è piaciuto. Vale la pena, però, cenare da Hanul lui  manuc, antico caravanserraglio sorto agli inizi dell'ottocento per volontà di Manuc Bei, turco fuggito da Instanbul dopo una condanna a morte: ottimo cibo e travolgenti danze popolari. Per chi vuol pernottare, ci sono anche le camere.

Danze popolari da Caru' cu bere


Lungo Viale della Vittoria appaiono palazzi di sfiorita bellezza e art-noveau; di sabato e di domenica la via viene pedonalizzata, l'aria si ripulisce e percorrerla in tutta la sua lunghezza è delizioso. Altre ville della città, appena restaurate, ospitano hotel e librerie (la Cârtureşti Carusel merita una visita).

Cârturesti Carusel

Contrasti

Ville ottocentesche lungo la strada

Interni di palazzi bella epoque


The Marmorosch hotel, in una ex banca

Bucarest è un po' turca e un po' europea,  i locali offrono narghilè e hummus; di Ceausescu non parla più nessuno o, se qualcuno lo fa, usa un tono nostalgico. Si può visitare la villa in cui visse (Casa Ceauşescu) solo prenotando, perché i turisti la prendono d'assalto. Dal centro a dove si trova la casa-museo (zona residenziale per ricchi e sede di diverse ambasciate) ci sono da percorrere circa 5 km a piedi, ma ne vale la pena. Girare tra le stanze della villa, foderate di legno intagliato e di arazzi settecenteschi, fa impressione. Accanto ai salotti di rappresentanza ci sono gli appartamenti privati dei figli del despota e di sua moglie Elena; lo stile francese e quello inglese si incontrano; arredi eleganti, soprammobili, gli abiti e le scarpe della first lady sono perfettamente conservati; c'è un bellissimo giardino d'inverno, una sauna, due sale massaggi e un'enorme piscina al coperto. 

Da non perdere assolutamente il Museo del Villaggio: abitazioni di trecento anni fa provenienti dalla Valacchia, dalla Bukovina, dall'intera campagna rumena, sono state smontate e ricostruite in questo luogo poetico, ricco di verde e limitrofo al lago Herâstrâu. Camminare lungo i viottoli del villaggio riporta indietro nei secoli ed è suggestivo e romantico. 

Lungo la strada vi imbatterete nell'assai misero Museo del contadino rumeno: pochi i manufatti e diverse le sale chiuse.

Deludente anche il Museo della storia nazionale rumena: si entra solo pagando in Lei, non c'è Pos e il personale è molto sgarbato. Forse un retaggio di quando il Paese era parte del blocco sovietico...

Se siete stanchi, a Lipsani potrete fermarvi (sempre previa prenotazione) da Caru' cu bere, locale storico vecchio di 130 anni, bello ed elegante. Violini e musica, fiori e atmosfera d'altri tempi. Attenzione però alla porta girevole, i camerieri saettano veloci coi loro vassoi e rischiate di trovarvela letteralmente in faccia ;-)

Da non perdere: le famose Terme, un'oasi tropicale di acqua, palme e aree benessere. Noi non ci siamo andati, ma pare che siano molto affollate.

Il cibo rumeno è ottimo; attenzione ai dolci, le porzioni servite sono pantagrueliche! 

Sarebbe stato bello proseguire il nostro viaggio per arrivare fino in Transilvania e oltre, ma non c'è stato il tempo. Ci rifaremo, cara Romania!

Papanasi, dolce tipico

Museo del villaggio 

Contadina con abito tradizionale 



Lipscani di notte

#bucarest #romania #imieiviaggi

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