Conversazioni a proposito di "Effi Briest" - Leggere mette le ali




"Effi Briest", il capolavoro di Theodor Fontane (1819-1898), è la proposta di lettura fatta da Patrizia all'interno del nostro gruppo. 
Confesso che non conoscevo affatto questo scrittore tedesco, che pure si pone tra le maggiori voci del panorama letterario europeo ed è considerato il rappresentante del realismo poetico.
Leggerlo coralmente ha attivato in noi molte riflessioni e la necessità di un dovuto approfondimento. 
È un testo, "Effi Briest", che non può mancare nella libreria di un ''lettore forte", e che sa offrire uno spaccato lucido della soffocante esistenza borghese ottocentesca. 
Ma appare comunque attualissimo perché, ovunque ci sia conformismo e venga soffocata la libera espressione di sé, c'è una Effi sofferente, che vive per delega la propria esistenza e a cui viene chiesto solo di stare al proprio posto. Effi non ha, né vuol avere, la grandezza d'animo di un'Anna Karenina, né l'impulsività di una Emma Bovary.
Ma, tutte e tre, soffrono per le stesse anguste regole sociali, secondo cui la sola cosa che conti è la carriera e l'apparenza. Il dramma intimo delle protagoniste si scontra e si frantuma contro questo ambiente perbenista ed ipocrita che le vuole omologate e remissive.

Maria Gabriella, in una libreria di Trento, ha scovato un'edizione introvabile del romanzo, con la prefazione del compianto Amos Oz (che, tra l'altro, col suo "Michael mio" diede voce alla 'sua' Effi Briest).
Ecco, qui di sotto, un'immagine della prefazione:




Ci scrive Chiara, a tal proposito: "Effettivamente la lettura della descrizione del luogo della dimora della famiglia Briest risulta alquanto impegnativa; io ho dovuto leggere più e più volte le righe per averne una visione precisa e, come dissi ad Antonella, ne ho dovuto abbozzare un disegnino. Ora, leggere le righe di Oz mette a fuoco il senso forte del luogo. Mi spiega la sensazione di disorientamento che avevo avuto, una difficoltà a figurarmi questo spazio che mi era parso inquietante, specialmente per quel pontile sullo stagno, per il campanile, e per quella meridiana che segna un tempo così naturale - vuoto, a differenza di un tempo segnato da meccanismi -, un tempo metafisico. È questa dimensione onirica, il silenzio, l'altalena (...). Non c'è scrittore, oggi, che scriverebbe dei dialoghi così convenzionali e allo stesso tempo arguti (oggi si conversa in modo più diretto e spesso sciatto). La descrizione degli ambienti sociali ci porta in una rete di rapporti che, se oggi uno scrittore provasse a riprodurre con quello stesso andamento, risulterebbe addirittura ridicolo. Per questo l'ho accostato a Stendhal, perché è la testimonianza deliziosa di un tempo, ma Stendhal  mi pare abbia una forza 'politica' e Storica, con la S maiuscola che finora non riscontro in Fontane".

Patrizia: "A proposito di scrittura 'antica', oggi troviamo esempi di scrittura creativa/alternativa in quantità, senza punteggiatura, con il doppio della punteggiatura. Periodi immensi, contenuti improbabili, sospensioni e interruzioni... La differenza di un certo tipo di letteratura con i classici credo proprio che consista nella loro a-temporalità, nella loro stabilità, nella capacità di intercettare l' interesse di generazioni di epoche diverse, dando ad ognuna qualcosa. Trovo che questo sia molto rassicurante, come una coperta calda. La nettezza dei ruoli, l'evidente mancanza della fluidità dei nostri tempi... Non so se sia una cosa buona, questa necessità di confini".

Maria Gabriella: "Certo che é una cosa buona,  avere dei confini definisce l'identità, aiuta le relazioni e favorisce la crescita e la scoperta di ciò che va "oltre". L' indistinto genera caos, e la crescita è fatta proprio mettendo confini e riconoscendosi. Ma, in Effi, non si tratta di un confine, è storia di conformità e di dover essere conformi a tutti i costi, il che é molto diverso".

Loredana: "Trovo che il romanzo sia molto ben scritto, che le descrizioni siano superbe e che sia bello il ritmo dei dialoghi. Una scrittura pacata, controllata, misurata, come tutto nel racconto, in cui, però, non trovo finora traccia di passione, turbamento, sensualità, languore.... Certamente è una scelta dell'autore, che, infatti, non esplicita il tradimento.... Io avverto, però, piuttosto che pace,  un senso di soffocamento: tutto è troppo in "conformità" con quanto imposto dall'epoca e dal luogo.  Profetica, a tal proposito, la frase scritta nella descrizione della casa dei Briest "qualche ventina di passi più in là, conformandosi per andamento e posizione all' ala del palazzo, [.....] correva il muro del cimitero".

Antonella: "Gli sarà di conforto (.... ). Giacché nella sua natura vi era molto di buono, ed era molto nobile, come può esserlo chi è incapace di vero amore". Il 'non vissuto' di tutti i personaggi del romanzo. L'incapacità di amare degli stessi ci porta ad un'altra riflessione, sempre tratta dal romanzo, racchiusa in questa frase: "Quello che importa, mia cara signora, è lottare. Bisogna sempre lottare con l'elemento naturale che c'è in noi, E quando riusciamo a dominarci e vorremmo quasi urlare dal dolore, allora i cari angeli esultano". "Ma è così difficile".

Patrizia: "Mi ha molto colpita la lucidità senza rancore di Effi nel giudicare  le scelte di Innstetten".

Loredana: "La protagonista, nonostante la giovane età (...) appare prigioniera di un mondo in cui formalismo e rigore di classe soffocano ogni anelito di vita. Non c'è passione nella moglie che tradisce, nell'amante che 'vive volentieri, ma allo stesso tempo la vita gli è indifferente', né nel marito che si vendica 'in funzione di un'idea  di un concetto, era una messa in scena, una mezza commedia'. Tutti i personaggi appaiono freddi, piatti, costretti nei loro ruoli, incapaci di sentimenti profondi, presi nelle maglie di un ingranaggio meccanico". 

Angelo: Effi Briest = Anna K. - Emma B.- Carla de Gli indifferenti + Alice - La scuola delle mogli - Una moglie - L’amante + L’amante di lady Chatterley + Questa specie d’amore - L’amico ritrovato + L’educazione sentimentale - Tanto rumore per nulla + Va dove ti porta il cuore - Un cuore semplice-Cuori nella tormenta + Cuori selvaggi -Scene da un matrimonio + Storia di un’anima - Vita + Una vita - Una vita difficile + Adele H. ( una storia d’amore) - La donna del tenente francese + Come sposare un milionario - Carnage + C’eravamo tanto amati - Love story + Histoire d’O - Ed io tra di voi + Questo folle sentimento (ah l’amore) - Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu...

(Ancora un contributo da parte di Angelo Nenna)


(Con i contributi, in ordine di apparizione, di: Maria Gabriella Moscati, Chiara Maria Vesce, Patrizia Perifano, Loredana Russi ed Antonella Rosa. Grazie ad Angelo per la sua recensione 'dada').

(Da sinistra: Savina Molino, Patrizia Perifano, Angelo Nenna, io, Maria Pia Pironti, Chiara Maria Vesce.
Manca Antonella Rosa, che ci ha scattato la foto)

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