'Michael mio', di Amos Oz



(Appunti a proposito di un libro letto molti anni fa, opera di uno scrittore che amo molto). 

(...) Il libro mi piace subito, per quanto non lo trovi di facile lettura. Oz non è per tutti i palati, lo so bene. Però mi pare di conoscerla, questa Hannah che non ha alcun desiderio di pietrificarsi...Mi pare di vederla muoversi sotto il cielo della sua città, dove tutto è intossicato dall'ansia di un domani che non arriva. Sento, pagina dopo pagina, l'attesa e il dolore. Dall'incanto dell'innamoramento - stato nascente che rende tutto possibile - al lento adattarsi alle logiche sociali. Perchè ci si sposa, alla fine? Forse per rinunciare alla diversità, intesa come stimolo all' individuazione? 
Il mondo di Hannah è fatto di gesti quotidiani e di pensieri scomodi, perché resistono: trovano ovunque barriere e gli anni passano, vuoti. 
"Svegliati, Michael, svegliati, per l'amor di Dio. Io sono pronta, aspetto da sempre". Michael guarda al passato come a 'un mucchio di arance da buttare via'. Come a una cosa inutile, insomma. Hannah, invece, vi fruga dentro per trovare un senso alla propria vita. 
"Non riesco ad avere ragione del tempo. Non lo so attraversare con costanza, perseveranza, sforzo e ambizione". Il tempo è, per Hannah, rivendicare il proprio ritmo interiore.
In questa ricerca senza appigli concreti, la donna si ritrova sola. Eppure Michael è un brav'uomo, gran lavoratore, ligio ai suoi doveri. Fa il geologo, scruta le viscere della terra. Allora perché l'incontro con Hannah non avviene? Cosa chiedono gli uomini alle donne e viceversa? 

Oz se lo domanda senza osare la risposta. Hannah è come Madame Bovary: non sa rinunciare ai sogni... Si sente ingannata da Michael, che è sempre più stanco, lo sguardo arreso nel vuoto. 
"Non sono piu' con te", dice lei alla fine, "Siamo due persone, non una sola. E' finita. Una volta, molti anni fa, mi hai detto che sarebbe stato bello se i nostri genitori si fossero incontrati ... Ti prego, Michael, smettila di sorridere. Sforzati. Concentrati. Cerca di immaginare la scena: io e te, come fratello e sorella. Ci sono molteplicità di rapporti" (...)


Un romanzo difficile, che scruta l'animo delle donne, che pare invitare a non rassegnarsi alla mediocrità, al calcolo e alla morte interiore.
Un bel primo piano di Amos Oz

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