La comunista (Francesca Spada)

Quando lessi 'Mistero napoletano', di Ermanno Rea, riuscii a capire meglio il comunismo napoletano degli anni della guerra fredda. Molti di voi conosceranno questo bellissimo libro, opera di uno scrittore che usa le parole in modo meraviglioso ancora oggi e che non ha mai perso il suo rigore. Lì, tra quelle pagine, inciampai in Francesca Nobili. Musicista, docente di filosofia, ribelle per indole, giornalista dell'Unità (si firmava Francesca Spada): un personaggio da film. L'immagine del romanzo era filtrata dalla penna di un uomo che l'aveva conosciuta bene e che doveva averne sperimentato su di sé tutto il fascino controverso. Mi sarebbe piaciuto - l'avevo detto all'amico che mi aveva regalato il libro - scrivere una storia su di lei, dandole un volto. Difficile reperire immagini di Francesca in rete. Anzi, impossibile. La immaginavo ardente, intensa: scura di capelli, forse. 
In libreria, qualche giorno fa, un volto mi ha attratto, irresistibilmente, dalla copertina di un libro. Aveva occhi timidi ma indagatori, una fiamma sembrava animarli dal di dentro. Ho creduto fosse il viso di Francesca e sono trasalita. Il titolo del libro era: 'La comunista'. Autore, Ermanno Rea. Dunque ci ha pensato lui, mi sono detta, a dedicarle ancora qualche pagina. Francesca è un "personaggio" difficile da dimenticare per chiunque vi si sia imbattuto, anche solo leggendone. E non tanto perché era una donna affascinante; quanto, piuttosto, perché il suo suicidio fu un (tremendo) gesto d'amore verso gli ideali - compreso quello comunista - che lei andava a conclamare, affinché quell'amore non morisse dentro di sé. Si può decidere di farla finita anche per questo: per contrastare il pessimismo dei vili, di quelli che non sanno più sperimentare se stessi.

Commenti

Post popolari in questo blog

Persone

Mia madre, di Doris Lessing

Da Malaga ad Almeria, coast to coast: cosa vedere in una settimana