Lucia Gangale, i libri e la curiosità per il mondo
Diretta, solare, accogliente. Lucia Gangale è molte cose, prima ancora di essere una docente di storia e filosofia: è giornalista e blogger (https://luciagangale.blogspot.com/); autrice di poesie, racconti e saggistica. Ma non basta: è anche un'esperta di marketing del turismo, ha conseguito un dottorato di filosofia in Francia e diversi master, di cui uno in psicologia; organizza eventi come le "Assise del Giornalismo e della Storia", il Festival promosso dalla rivista semestrale da lei diretta, Reportages Storia & Società.
Ha scritto e scrive di donne, discriminazioni, eventi storici, attualità.
Adesso, con I Longobardi nella storia di Benevento - Arte, architettura, tradizioni, toponomastica cittadina, edito da Delta3, la sua ricerca si è estesa alle strade, alle piazze e ai luoghi dove i Longobardi hanno operato e scritto pagine di storia. Paolo Diacono, Arechi II, Grimoaldo Re: sono solo alcuni dei personaggi la cui vicenda è legata a doppio filo alla città di Benevento. Lucia ci accompagna, grazie anche a un corredo fotografico a colori, in una lunga passeggiata attraverso i vicoli e le strade cittadine, alla riscoperta di un patrimonio storico importantissimo.
Ho voluto rivolgerle alcune domande, incuriosita dal suo percorso instancabile, volto alla scoperta e alla valorizzazione non solo del territorio, ma anche della vicenda umana di donne ancora non ben conosciute come Teodorata, Adelperga, tanto per citarne alcune.
Per cominciare, vorrei che ti descrivessi in cinque
aggettivi, il più sinceramente possibile.
Permettimi, innanzitutto, di ringraziarti per questa intervista e per la tua amicizia. Forse saprai mi sento molto più a mio agio a fare le interviste che a rilasciarle. Però a te, non potevo dire di no! Per quanto riguarda le descrizioni e le definizioni, non le amo molto, perché ritengo che ogni persona esprima un universo a sé, e che ci siano sempre lati nuovi da scoprire in ciascuno. Mi affido, per le descrizioni, a quanto mi ha sempre detto mia madre: ero una bambina molto curiosa e per niente vanitosa. La curiosità per il mondo e per le cose della vita, in effetti, mi accompagna da sempre. Altro non saprei dirti. I miei punti di debolezza cerco, con costante esercizio di autoanalisi, di migliorarli e di smussarli, soprattutto nel contatto di persone che ritengo avere doti di intelligenza e di correttezza nei rapporti umani. E che abbiano anche, perché no, un pizzico di classe.
Come nasce, in te, la passione per la scrittura e per la ricerca storica?
Nascono entrambe molto presto e mi hanno sempre accompagnato in una vita di costante e appassionata ricerca. Penso sia dovuto a fattori biologici. Nella famiglia paterna c’erano lettori forti, mentre invece da parte di madre uno dei miei antenati era corrispondente del quotidiano “Roma”. A casa dei nonni materni, inoltre, i libri non mancavano mai. Anche casa dei miei è sempre stata invasa dai libri. Mio padre era appassionato di raccolte enciclopediche e quando vedeva una bancarella di libri non mancava mai di acquistare qualche romanzo d’autore. I miei antenati paterni avevano migliaia di libri. Grazie al recupero effettuato in una soffitta, ho trovato delle vere e proprie chicche, tra cui una edizione ormai introvabile del libro di Giuseppe Cesare Abba, “Da Quarto al Volturno”.
Per quanto riguarda gli studi, con i sacrifici che ogni famiglia media compie in tal senso, a me ed a mia sorella sono sempre stati acquistati libri di prima mano. In tutto il percorso scolastico e universitario. Mai che ci abbiano comprato libri usati. Mai. Diciamo che come da tradizione, in famiglia, i libri hanno sempre avuto un rispetto ed un posto speciale tra le mura di casa. Se sfoglio i libri usati alle scuole elementari e alle superiori, che ho conservato gelosamente, mi rendo conto di quanto sia abissale la differenza tra i contenuti proposti ieri e quelli di oggi. E lo dico senza nessuna nostalgia. È un dato di fatto. Tornando alla scrittura, è il mio primo pensiero del mattino, da sempre.
Il ruolo delle donne nel giornalismo italiano: è stata raggiunta una reale
parità con gli uomini?
No. Perché non vedo tutte queste direttrici alla guida di giornali e nella mia personale e pluriennale esperienza mi sono trovata davanti a dei veri e propri fenomeni di sessismo e prevaricazione. Non sono la sola. Parlo anche per esperienze condivise con qualche mia collega e anche piuttosto di recente. Anche a livello di consigliere regionali quante donne ci saranno? Quando ci arriva la lettera di convocazione per il rinnovo del consiglio dell’Ordine, i nominativi e le lotte sono sempre fra uomini.
Un ruolo fondamentale. Qui a Benevento tutta la toponomastica cittadina parla della storia dei Longobardi. Nel mio ultimo libro, “I Longobardi nella storia di Benevento”, edito quest’anno da Delta 3, casa editrice di Grottaminarda che mai finirò di ringraziare per lo splendido lavoro fatto, cerco appunto di mostrare come la loro storia abbia inciso nel tessuto urbano, nell’arte, nel folklore, nell’onomastica e nella toponomastica della città di Benevento, che fu capitale della Langobardia Minor. Ci tengo a precisare che non ho voluto fare un “mattone” sulla storia Longobarda, ma proporre un libro agile e scorrevole che, in neppure cento pagine (diciotto sono solo di bibliografia) narri al lettore la storia di questo popolo venuto dalla Pannonia e della sua progressiva integrazione nelle strutture religiose e di potere locali. Le strade cittadine sono piene di riferimenti a personaggi longobardi, uomini e donne. Il “Trescene”, ad esempio, deriva dal modo in cui i Longobardi trebbiavano il grano, introducendo l’uso dei cavalli. Piazza Piano di Corte era, insieme al “trescene”, un altro luogo longobardo per eccellenza, collegato alla chiesa di Santa Sofia e di San Salvatore. Sono solo degli esempi. Tutto il territorio sannita, d’altro canto, è punteggiato di castelli longobardi. Come ad esempio quelli di Airola, Apice, Buonalbergo, Cusano Mutri, Morcone, Pontelandolfo, Reino, Limata, Tocco Caudio e Torrecuso. Per quanto riguarda la religione, il principe longobardo di Benevento, Sicone, trasferì le spoglie di San Gennaro nella nostra città. Invece, il principe Sicardo trasferì le spoglie dell’apostolo San Bartolomeo dall’isola di Lipari a Benevento. Moltissime sono le chiese di origine longobarda nel Sannio e diverse nella sola città di Benevento, come scoprirete se vorrete leggere il libro.
Cosa occorre fare per avvicinare i cittadini di Benevento a conoscere e ad approfondire
la storia della propria città?
Le iniziative in tal senso non sono mai mancate. Penso, ad esempio, all’ottimo lavoro da sempre svolto dall’Associazione Benevento Longobarda, che ha messo in piedi una marea di attività difficili da sintetizzare nel corso di un’intervista. Penso al settore editoriale ed alla benemerita opera di diffusione della cultura e della storia cittadina operata dal compianto Giovanni Fuccio con le sue "Edizioni Realtà Sannita", che oggi continuano attraverso l’opera meritoria della figlia Maria Gabriella. Adesso che l’amministrazione comunale ha pensato di candidare Benevento a Capitale della Cultura 2028 mi auguro che non venga dimenticato l’apporto degli storici e delle storiche alla preservazione dell’importante patrimonio cittadino. Per quanto mi riguarda, a Benevento ho dedicato anche una guida che ha riscontrato un certo gradimento, “25 luoghi imperdibili della città di Benevento”. Ho raccolto la prima storia di genere della città, prima nel libro “Donne nel Sannio”, edito da Guida nel 2010, e poi con la “Storia delle Donne nel Sannio”, che amplia di molto quell’iniziale pubblicazione e che vede la luce nel 2019. Parlando di altre iniziative, una mia collega ora in pensione ha sempre realizzato delle “Passeggiate Beneventane”, che portano maree di appassionati alla scoperta di angoli noti e meno noti della nostra città. Diverse associazioni cittadine fanno convegni, gite e seminari su temi di storia locale. Insomma, il fervore culturale legato alla dimensione storica non manca. Secondo me, di storia cittadina si dovrebbe parlare di più ai giovani, anche con veri e propri progetti, uscite e partecipazione a conferenze a tema. Mi sembra che la storia sia la sempre meno privilegiata, rispetto a materie e ambiti di indagine pur di per sé lodevolissimi, come la letteratura, il marketing, l’informatica, l’inglese e quant’altro. Penso anche alla toponomastica, che necessiterebbe di ricordare più donne che hanno dato lustro al Sannio e alla città di Benevento. Si potrebbe bandire una votazione online per decidere quali tra le donne sannite illustri meritino di figurare nello stradario cittadino.
Progetti per il futuro?
Far diventare le Assise del Giornalismo e della Storia un evento sempre più esteso e gradito al pubblico, che lo ha già premiato con la sua presenza, e girare un film a Pago Veiano, che riguarderà i miei antenati materni ed uno spaccato della storia tra Ottocento e Novecento.
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