Tenere un profilo basso.
Togliere il superfluo.
Eliminare gli orpelli.
Saldare il cerchio ermetico.
Usare parole pulite.
Arrivare al centro.
Sollevare bene il viso.
La cura delle parole è fondamentale. Una cura che deve essere duplice: in quantità e, soprattutto, in qualità. In democrazia le parole sono fondamentali. Il numero di parole conosciute e usate è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della democrazia. Poche parole = poche idee. Più sono le parole che si conoscono più ricca è la discussione. Quando il nostro linguaggio si fosse ristretto al punto di poter pronunciare solo si e no saremmo pronti per i plebisciti (cosa questa che già esiste). Allorquando, poi, imparassimo solo a dire si saremmo nella condizione miserrima del gregge che sa solo obbedire al padrone.
Un esperimento su una tribu' amazzonica - se la memoria non m'inganna - portò alla scoperta che la loro non conoscenza dei numeri non gli permetteva di immaginare il 'molto'. Tutto era 'poco'. Dunque le parole e la conoscenza determinano la nostra visione della realtà. Ma la realtà, in quanto tale, esiste davvero? O è sempre una nostra proiezione?
«Le persone più sveglie che conosco sognano di continuo. Le persone più sane che conosco fanno cose assurde, avventate, senza senso. Le più intelligenti parlano che le capiscono anche i bambini, le più forti è un sussurro la loro voce, e le più serie ridono, ridono sempre. Le più giuste hanno fatto errori che non si aggiustano e le più vive, le più vive, sono morte tante volte: e ogni volta, poi, di nuovo, di nuovo sono nate.» Enrico Galiano - L'arte di sbagliare alla grande, 2020
Trovo, nella libreria della casa di mamma, un libro piccolo, dalla copertina color giallo intenso, edito dalla Bollati & Boringhieri. L'autrice del testo è Doris Lessing e il romanzo è "Mia madre", un racconto autobiografico e commovente che si dipana tra l'Inghilterra e la Persia, giungendo infine in Africa: in questi luoghi, in rapida sequenza, si svolse infatti l'infanzia e la prima giovinezza della scrittrice, che unì, nella sua persona, la tenacia materna e lo sguardo disilluso del padre. Con grande capacità psicanalitica, la Lessing analizza i legami familiari, il suo 'primo mondo', le fughe in avanti e le sue ribellioni agli schemi familiari. Ma la lucidità che conserva le consente di perdonare e di perdonarsi . La relazione tra il maschile e il femminile, con le sue luci e le sue ombre, è osservata in modo realistico: nella coppia genitoriale di Doris c'è infatti un rapporto di forze che seduce e turba. Questa madre intelligente, forte,
Il nostro viaggio alla scoperta della Costa Tropical inizia da Malaga , dove atterriamo con il bagaglio a mano e con le indicazioni per raggiungere l'hotel. Malaga non ha, a nostro avviso, la bellezza abbagliante di altre città andaluse, ma è comunque una città appassionata, vitale, ricca di tesori moreschi. Così, pur avendo scelto un hotel dotato di parcheggio vicino alla stazione dei treni, per poter ripartire quanto prima l'indomani con la nostra auto affittata per l'occasione, decidiamo di ripassare in velocità le stradine acciottolate del centro storico, perdendoci tra locali e tapas, senza mancare una visita al Museo di Picasso (il biglietto d’ingresso costa E.7,00 e vi troverete, tra l'altro, le ceramiche dell'artista e diverse opere giovanili, come i ritratti di Olga, il suo amore russo). Il giorno dopo si parte per Nerja , deliziosa città sul mare. Un bagno sulla spiaggia di Calahonda (mare agitato, ma bello) e poi centrifugato di frutta in un b
La cura delle parole è fondamentale. Una cura che deve essere duplice: in quantità e, soprattutto, in qualità. In democrazia le parole sono fondamentali. Il numero di parole conosciute e usate è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della democrazia. Poche parole = poche idee. Più sono le parole che si conoscono più ricca è la discussione. Quando il nostro linguaggio si fosse ristretto al punto di poter pronunciare solo si e no saremmo pronti per i plebisciti (cosa questa che già esiste). Allorquando, poi, imparassimo solo a dire si saremmo nella condizione miserrima del gregge che sa solo obbedire al padrone.
RispondiEliminaUn esperimento su una tribu' amazzonica - se la memoria non m'inganna - portò alla scoperta che la loro non conoscenza dei numeri non gli permetteva di immaginare il 'molto'. Tutto era 'poco'. Dunque le parole e la conoscenza determinano la nostra visione della realtà. Ma la realtà, in quanto tale, esiste davvero? O è sempre una nostra proiezione?
RispondiEliminaE' evidente che il linguaggio attiene alla nostra natura umana, se fossimo spirito, non avremmo bisogno di parole...
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