Annie Ernaux per Helgoland, giovedì 24 novembre presso la Libreria Masone

Annie Ernaux è un'enigma, anche per chi, come me, la ama profondamente: i suoi romanzi sono disseminati di indizi, seguendo i quali il lettore può forse comprendere cosa la Ernaux vuol dirci. Che, cioè, la nostra storia individuale (ogni storia individuale) può essere raccontata per diventare plurale.

Occorre trovare le parole per dirlo: il linguaggio letterario mente, ponendo in essere una mediazione tra noi e la realtà. La materia incandescente dell'autobiografia richiede, invece, termini diversi, che sono quelli del nostro primo mondo ("le sole cose vere sono là", scrive la Ernaux).

È ciò che l'autrice sostiene ne "Il posto", il romanzo nel quale la sua scrittura svolta, per diventare "etnoscrittura". Il racconto dei singoli si trasforma in strumento per raccontare l'etica delle comunità umane.

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Di questo e di molto altro si è parlato ieri sera, in occasione dell'incontro organizzato, presso la Libreria Masone di Benevento, da me e da Antonella Rosa sotto l'egida di Helgoland, blog letterario che curiamo da tempo; un pubblico attento ha interagito con noi, emozionandosi.





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