Dal grano al pane - il progetto di Ciro Pirone & C.

Ciro Pirone

Sono tempi duri, per i consumatori: sversamenti selvaggi, acqua inquinata, grani non certificati, celiachie in aumento, per non parlare di malattie più gravi. Non siamo più garantiti su nulla. Ma, in molte città, tra cui Benevento, si muovono Gruppi di Acquisto Solidali, impegnati a fornire cibo salubre e di qualità. Tra coloro che, da anni, si occupano di produrre alimenti sani (e, devo dire, deliziosi n.d.r.), c'è Ciro Pirone, titolare dell'azienda Rucasa. Assieme ad altri amici, gestisce una piccola fattoria che produce pane e affini e trasforma le derrate alimentari. Rucasa è socia dell'associazione WWOF e può, cosi, ospitare persone da tutto il mondo per far vedere loro che si può vivere in modo diverso. E', ancora, fornitrice GAS a Benevento, Torre del Greco e San Giorgio a Cremano. Fa parte di 'Ragnatela Resistente', 'Genuino Clandestino' e 'Cortocircuito', "spazi" dove esprime la sua politica e dove, insieme ad altri, prova a sostenere il cambiamento dal basso. Ciro e i suoi amici credono fortemente alla filiera corta, sistema che garantisce un controllo maggiore da parte del consumatore in merito ai prodotti alimentari acquistati. In tempi come questi, non c'è tutela che valga di più, e sempre più numerosi sono gli acquirenti 'consapevoli'. Gli abbiamo rivolto alcune domande, anche in ordine al progetto di crowd-funding da lui recentemente lanciato sulla rete e che sta promuovendo in varie location, tra cui la libreria Masone di Benevento. Il crowd- funding è una sorta di 'collaborazione' posta in essere da più persone per raccogliere denaro utile a finanziare un progetto, senza far ricorso a forme di finanziamento esterne. E', insomma, per dirla con Wikipedia, un processo di sviluppo collettivo di un prodotto.
"Innanzitutto, Ciro: tu sei un fautore della filiera corta...Vuoi parlarcene?". "Filiera corta è sinonimo di trasparenza: chi acquista può, in ogni momento, verificare la tracciabilità del prodotto e in che modo viene lavorato; inoltre, tale sistema, garantisce una freschezza maggiore del bene acquistato", mi dice. "Insomma", lo incalzo, "lo scopo è quello di uscire fuori dalle logiche da supermercato, che non ci consentono di sapere cosa mangiamo...penso al 'triplo concentrato' di pomodoro prodotto nei campi di concentramento cinesi e acquistato in Italia dalle maggiori case produttrici".
"Certo oggi abbiamo maggiore possibilità di raccogliere informazioni, se vogliamo. Internet offre utili strumenti. Da un mese circa, grazie alla rete, stiamo portando avanti una raccolta di fondi per poter acquistare un piccolo mulino a pietra, una decorticatrice e per riparare una svecciatrice. Inoltre, prevediamo la sistemazione di una stanza per il forno ed una per molire le farine. Questo progetto, che vede coinvolti già tre contadini locali (uno di Molinara, uno di Paduli ed uno di Sant'Agata dei Goti), permetterà di chiudere una filiera che oggi è costretta a rifornirsi da produzioni non regionali". "Mi sembra interessante". "Con il mulino macineremo le farine per il pane, con lo svecciatoio ripuliremo il seme per l'anno prossimo mentre, con la decorticatrice, potremo lavorare con cereali minori che sono difficili da ripulire, come orzo, farro etc.". "Come si partecipa al vostro crowd-funding?". "Basta andare sul sito 'Produzioni dal basso' o cliccare sul link http://www.produzionidalbasso.com/pdb_2935.html". "Qual è il nome del progetto?" "Dal grano al pane. Come dicevo, si va sul sito, ci si registra e si sceglie il progetto da finanziare. Sottoscrivere è facilissimo e veloce! Ci si impegna al versamento effettivo solo se saranno raccolte tutte le quote utili per la realizzazione del mulino. Inoltre, chi versa, non versa soldi a fondo perduto ma, nel mese di ottobre 2014, avrà, per ogni quota sottoscritta, un kg di grano, un kg di farina, un kg di pane". "Veramente una filiera corta!". "Ci tengo a dire che useremo un grano antico: la solina", "Un vero ritorno alle origini...necessario oggi più che mai, anche per tutelare la nostra salute". "Già! Siamo come i mass media ci vogliono: tenuti a bada con pacchetti di gomme alla nicotina, servizi gastronomici alla moda e cronaca nera. Il messaggio è subliminale, ma forte e chiaro: 'ormai non c'è tempo per salvare questo mondo, dunque meglio vivere secondo il detto nasci-consuma-crepa'. Siamo ancora una minoranza, ma cresciamo in maniera direttamente proporzionale all'insoddisfazione e alla freneticità della vita. Questo è un ottimo segno e ci dà la forza necessaria a continuare".

(Foto tratte dal sito di Art'Empori),

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