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Visualizzazione dei post da 2019

Tutto è fisica - Susan Sontag

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Leggo "La coscienza imbrigliata al corpo" (Nottetempo edizioni, 2019), i diari di Susan Sontag (1964/1980),  e mi ritrovo a far parte della sua vita. Mi ci perdo dentro. Avrei voluto conoscerla, frequentarla. Era bella, la Sontag. Un volto greco scolpito nel marmo, le gambe lunghe. Nei diari c'è spesso la cronaca di amori vissuti in maniera sbilanciata, che la ferivano. Era fragile, intellettualizzava il mondo per proteggersi, come se "capirlo" potesse darle l'abbrivo necessario per affrontarlo. È stata un'artista eclettica: la sua curiosità e il suo sguardo sulle cose non avevano limiti. La dominava qualcosa di irrisolto, un'inquietudine che era grande rispetto per la vita. L'ultimo amore della sua esistenza, lungo quindici anni, è stato Annie Leibovitz. È lei, l'autrice dell'ultima foto. Tra le due immagini c'è stata  molta vita: irrequietezza, dolore, passione. Ci sono state le  cadute, i brividi, le esigenze del corpo e

Storia di un aborto, "L’evento" di Annie Ernaux

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Approda in Italia, a distanza di molti anni, “L’evento ”, romanzo di Annie Ernaux .  N etta, precisa - il taglio di una fotografia – è la descrizione dei luoghi in cui la vicenda si sviluppa: il collegio in cui Annie studia, figlia privilegiata  per la quale i genitori (semplici commercianti semi-analfabeti) sognano una laurea; una Parigi rarefatta, grigia, che Annie percorre alla ricerca disperata di un aiuto.  Come sempre, l’autrice indaga l’apparente mancanza di senso del vissuto e prova a nobilitarlo attraverso la scrittura. N e "L’evento”, Annie decide di non tenere il bambino che aspetta, così lascia Rouen e, con un coraggio incrollabile, affronta Parigi alla ricerca di una "soluzione". Incontrerà uomini rapaci, medici pavidi, amiche che la ascolteranno. Il ragazzo che l’ha resa gravida vive a Bordeaux e finge che il problema non lo riguardi. Annie non chiede nulla, cerca di sbrigarsela da sola. Sta accadendo a lei, al suo corpo, questa vicenda che non vu

Nutrici di se, Iod Edizioni

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Parlare della "complessità generativa" e di dove stiano andando oggi le donne, è una sfida difficile da raccogliere. Una sfida che, però, non ha spaventato le tre autrici di questo testo curato da Cinzia Caputo (psicologo analista) co-autrice, con Antonella Palmisano (ricercatrice presso il CNR)  e  Marina Boniello (consuelor filosofico) di " Nutrici di se ", edito dalla Iod . Un titolo che è già di per sé un manifesto, dove l'accento mancante sta ad indicare l'apertura al dubbio, alla scoperta di percorsi femminili differenti, a prescindere da quello della maternità. Una donna che non ha avuto figli, per caso o per scelta, si può dire abbia fallito il proprio ruolo sociale e personale o, piuttosto, la si deve pensare come un essere che ha deciso di incontrare il proprio "animus" su un piano differente? Le circa cento pagine del testo scorrono velocemente attraverso le diverse testimonianze e l'incontro col Mito e gli Archetipi che

Tre giorni a Lione

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Arriviamo a Lione dopo un volo di un’ora e quaranta da Napoli. E' già sera e impieghiamo circa due ore per raggiungere il nostro b & b (!), dopo aver preso il trenino della Ronhexpress   (circa 16,00 euro a testa per il biglietto) e la metro C per raggiungere la Croix Rousse . Il quartiere, costellato di negozi demodè, posto su una delle due colline che abbracciano la città, ci appare quasi deserto. Sono tutti scesi verso la Saona per assistere alla Fete de Lumières che, da anni, accende Lione nel mese di dicembre, rifacendosi ad antiche usanze seicentesche. E’ il 7 dicembre, la Festa raggiungerà il suo culmine la sera successiva, quando una moltitudine di candele galleggianti inonderà le acque del fiume e i cittadini accenderanno lumi sui davanzali delle finestre. C’è un’atmosfera vivace, le strade sono piene, una vera invasione. Scendendo a piedi dal quartiere della Croix Rousse (circa 2,9 km fino alla Place des Terreaux) sono piuttosto colpita dalla sporci

Facciamo il punto su Carver - Leggere mette le ali

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Stasera il nostro gruppo di lettura fa il punto su Raymond Carver, padre del minimalismo e della narrativa in forma di racconto, scomparso a soli 50 anni nel 1988. Carver è stato scelto su suggerimento di chi lo ha letto e approfondito prima di noi, il nostro Nunzio Castaldi. Oggetto della lettura è stato "Da dove sto chiamando", l'autoantologia voluta dallo scrittore poco prima della sua morte. Carver è, a mio avviso, un autore ineludibile per chiunque voglia tentare la strada della scrittura. Puntuale, freddo, rigoroso, narra i fatti della vita così come sono, inesplicabili al loro apparire, parte di un disegno apparentemente senza senso. Gabriella   Moscati si domandava quale fosse la differenza tra il suo stile e quello imposto dall'editor (il famoso Gordon Lish), che ne rimaneggiò drasticamente i racconti, modificandone talvolta anche il titolo (per un approfondimento: https ://www.criticaletteraria.org/2015/08/principianti-di-raymond-carver-einau

Antonia

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Io e mia nonna, Antonietta Luongo Alla fine, cosa è rimasto? Questa tua presenza dentro di me, che è sempre mancanza. Eri battagliera, imperiosa, imperfetta. Moristi il giorno di Pasqua, accasciandoti senza un lamento. Era dunque questo, ciò che ti tormentava negli ultimi tempi. Era dunque così, morire. Ti avevano composta in un tailleur nero e con i tacchi che tanto amavi, ancora. Zio Leo strappò la corona dal muro e te la adagiò sul petto. Posso con certezza affermare che eri splendida, con i tuoi occhi d'un azzurro inesorabile (occhi che avevano visto due guerre, i fiumi esondare, i figli morire). Una volta - avrò avuto sì e no sette anni - ti spiai alla toeletta mentre ti ravviavi i capelli con del succo di limone. La luce ti pioveva sul viso pallido e lo rendeva quasi trasparente. Le tue pupille avevano il colore dell'acqua. Mi avvicinai e ti dissi : quanto sei bella, nonna . Arrossisti di piacere, mi accarezzasti la testa, ti schermisti.

La memoria secondo James Salter

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Leggere è pura passione, qualcosa che ha a che fare con l'esistenza stessa, con tutto ciò che ha significato. "Quello che so della mia vita l'ho appreso dai libri", scriveva Sartre, ed è profondamente vero. Si possono amare autori diversi, con stili differenti, apprezzandoli per ragioni sconosciute. Io amo molto James Salter. Il suo stile é perturbante, i suoi romanzi sono sempre una rivelazione, per me, eppure non ne ho mai parlato sul blog. Tocca talmente tanto le mie corde che cerco di tutelarmi col pudore, forse. Sto leggendo "Bruciare i giorni", la sua autobiografia, e, come sempre, i suoi dialoghi frammentati, la purezza della parola, le frasi senza verbo, affidate solo ai sostantivi e agli aggettivi, mi commuovono. Salter è elegante. Non ha la pretesa di descrivere, nuda e cruda, la vita, almeno non come farebbe un Carver o un Philip Roth. Nei fatti della vita si muove una sorta di magia, un fiume sotterraneo che lo scrittore individua

Irripetibili

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Erano stati anni belli. Aveva lasciato la casa di A., le stanze, dimenticato il cappotto, le scarpe. Una promessa di ritorno, l'incertezza dell'addio. Nel nuovo appartamento, piccolo, semplice, preso in affitto, era stata felice. Pareti gialle, vita. Si sarebbe ricordata di ogni cosa, dopo. Andava accumulando momenti, ritagli di giornale, fotografie, cartoline. Tutto le scavava nel cuore, meraviglioso. L'odore di cucinato, l'allegria dei suoi figli, il suo ricostruirsi come donna. Da dove ripartire? Sentire il flusso delle cose, andare verso il profumo. Rinunciare a tutte le zavorre, agli oggetti, alla consistenza del passato. Inciampare in un altro essere umano - la fretta della carne, l'affanno del desiderio, la solitudine. Riscoprire l'amicizia femminile, sentire di avere il tempo per comprendere se stessa. L'otto dicembre e l'albero da decorare, nel vuoto d'un'immagine strappata. Assaporare il mistero, esplorare. God

Koufunissi, Amorgos e Folegandros

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Arcipelago di Koufunissi L'arcipelago di Koufunissi Ano Koufunissi Il nostro viaggio verso l'arcipelago di Koufunissi inizia da Naxos, dal cui porticciolo ( Volakas ) ci imbarchiamo prendendo un taxi-boat. Sarà il capitano Kostas Prassinos a sfidare un mare forza sei per condurci fino ad Ano Koufunissi, isola minuscola e paradisiaca: non più di trecento abitanti per circa 4 km quadrati. Nel tardo pomeriggio agostano l'isola ci appare sonnacchiosa, immersa in un'atmosfera rassicurante. La Chora è situata alla sinistra del porto, per chi sbarca: minuscola, deliziosa, ricca di negozietti e in leggera salita fino alla chiesetta di San Giorgio, il cui campanile s'allunga contro il cielo azzurro. L'esplorazione dell'isola inizia il giorno successivo. Il mare che bagna Koufunissi è incantevole, da togliere il fiato. E' il simbolo di una vita libera, a piedi nudi, senza orpelli. L'isola è un'enclave italiana: si sentono per lo più