Napoli



@Mario Spada


Passano le voci nei vicoli, tra i panni stesi e i clacson.
Non mi fido di nessuno e sono abbagliata da tutti, dalle voci che si arrotolano ed escono da bocche sdentate, vomitate da visi smunti, dalle labbra di donne oscene, lo smalto rosso brillante, la pelle urticata.
Dove vado, dico, persa nella fila indiana che attraversa Via Marina, di fronte a me il Maschio sgranato di grigio nel cielo fosco, imponente come una menzogna - dove vado, il tempo non mi basterà per vedere tutto, con questa smania di voler capire cosa nasconde ogni vita, nel fondo cupo degli occhi, nelle parole che cadono come frutti vuoti.
Le frasi che tradiscono dolorose aspettative, i canti di sirena che illudono l'esistenza e la fanno impavida come non sa essere.

Commenti

  1. E' una Napoli molto lontana dalle rappresentazioni oleografiche che si son fatte nel corso di diversi decenni... e tuttavia molto vivida e alquanto sprezzante. Personalmente vedo Napoli in altra maniera, distinta e distante da queste - apparenti e opposte - rappresentazioni.

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  2. Ma è sempre di noi che parliamo, come tu ben sai, Pierluigi.
    Una volta, a via Medina, camminando tra la gente, per un attimo, non ricordai più neppure chi fossi.

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