Arturo Belluardo a Benevento, sabato 2 dicembre

Partecipazione affollata alla presentazione a Benevento di "Minchia di mare", opera prima di Arturo Belluardo.
Un romanzo da leggere, per lo sperimentalismo linguistico che lo anima, per quanto si ride (amaro) e perché nel protagonista - l'adolescente Davide Buscemi - ognuno di noi può identificarsi. L'adolescenza è forse un'età dalla quale è impossibile uscire 'vivi', sembra dirci l'autore. Se nulla apparentemente accade, nella vita di Davide (che ama i supereroi e si sente prigioniero di suo padre, della provincia asfittica in cui vive, dei formalismi biechi degli adulti), in realtà è già accaduto tutto: Davide ha visto di che pasta sono fatti gli umani, e la disillusione prende il posto dell'incantamento. Tutto 'siciliano', questo libro: per la sua capacità di leggere il reale in modo netto e senza patetico; per lo sguardo lucido su cose e persone; per quanto il linguaggio usato sa dire, nel suo dialetto, affidandosi a pochi aggettivi illuminanti.
Un'opera di formazione che vede Arturo Belluardo porsi come un'autentica novità nel panorama editoriale italiano.

(Si ringraziano, per la serata del 2 dicembre, Mariella Perifano che ci ha ospitati nell'ambito della sua mostra pittorica "Woman"; Alessandro Rillo, deus ex machina che ci ha suggerito soluzioni, supportato e incoraggiato; Elide Apice che mi ha affiancata con la sua solita generosità, slancio e vitalità; la Provincia di Benevento per il patrocinio morale).







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