Io leggo perché, presso la Libreria Masone - Benevento. Se leggere può essere (anche) una risposta al disadattamento

Prendete un libraio, un’insegnante appassionata, studenti curiosi; prendete pure l'hashtag, ‘ioleggoperchè’ e avrete, alla fine, un incontro particolare come quello svoltosi il 27 ottobre scorso presso la Libreria Masone di Benevento


Nina Iadanza ha coinvolto gli alunni della I e III C del Liceo Classico Giannone in occasione dell'iniziativa promossa dall’Associazione Editori Italiani, dedicata al valore della lettura. Un “differire nel sapere”, protagoniste donne interessate alla parola scritta. Nel corso dell'incontro si è parlato di romanzi, di scrittura femminile, di esperienze personali. Il gemellaggio scuola-librerie vuol promuovere la lettura in senso lato. "L'intento", ha detto Nina Iadanza, introducendo l’incontro, “è anche quello di sensibilizzare l’acquisto di libri per creare un Fondo Soggettività presso la BiblioClassica, Biblioteca Relazionale del Liceo Giannone, senza specialismi né separatismi”. A interloquire con gli studenti c'ervamo noi, donne alle quali, in qualche modo, la lettura ha cambiato la vita. Io, Teresa Simeone, Laura Lombardi per Exit Strategy, Premjeet Kaur Iavarone, Carmela Longo, Brankika Pavic: ognuna con il proprio vissuto, tutte però accomunate dall'amore per i libri. Ma come ci si appassiona alla lettura? Quale sincronicità s'attiva, quale insieme di fattori e di modi di essere, primi mondi, esigenza di risposte all’eterna domanda: chi sono io? E’ sembrato dunque giusto non tanto esaltare il valore intrinseco della lettura, quanto partire dal vissuto personale. Che si tratti di conoscenza dell’invisibile (dell’anima mundi o di ciò che motiva le scelte più profonde) - e penso agli interventi di Tina Iavarone e di Carmela Longo -, o di caricare di senso ‘una cosa di per sé insensata come l’esistenza’ - tanto per citare Tabucchi – è sempre di noi che si parla. E di come individuarci, identificarci, come non addormentarci nelle nostre zone di comfort per evolvere, migliorare, cercare di comprendere l’altro da noi. 
   
Per me, la lettura è stata una risposta al disadattamento rispetto alle ‘regole del mondo’. E credo ancora – profondamente - che il disadattamento sia una forma di salvezza, dolorosa quanto necessaria. Mi ha colpito vedere i ragazzi fare domande pertinenti, profonde, ho pensato al ruolo fondamentale che gli insegnanti hanno, oggi più che mai, nello stimolare e sensibilizzare al bello. Se la vita è un percorso, leggere è un foglio di via che dobbiamo saper utilizzare, amando (anche) l’invisibile che spesso rappresenta la parte più autentica di noi, quella che la parola scritta puo’ disvelare.

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