Iv Sor (cartoline dalla Cambogia)

L'ampia volta ha la forma di una "V" rovesciata e si apre verso l'esterno. Da quel varco si spande una luce accecante, sfuggita all'intrico dei rami.
Albeggia e il sole già fende coi suoi raggi la nebbia del mattino, allungando a dismisura le ombre sul terreno.  Sor è un uomo di circa cinquant'anni, ha un corpo esile e un viso dalla pelle bruna. Sta curvo, seduto sul dorso dell'elefante, ne conta meccanicamente i passi, pare un suo prolungamento. Entrambi sembrano accecati dall'abbaglio. L'uomo mastica e sputa. Tra poco, magnifiche, le pietre del Bayon si staglieranno all'orizzonte, appena sfiorate dal tempo. Subito dietro all'alto muro invaso dal muschio color smeraldo appariranno i volti immobili, col loro freddo sorriso, i nasi tagliati come diamanti.

L'uomo ama quei visi imperscrutabili sin da quando, bambino, sentiva suo padre narrare i miti della foresta e dei sacrifici umani in onore degli dei. Lo preparava a quello che sarebbe accaduto dopo: una vita barattata per un pugno di riso.

Iv ha perso suo padre, due sorelle e un fratello sotto il regime di Pol Pot. Non aveva mai veduto le pietre che le radici degli alberi scardinavano, innalzavano, lasciavano andare con un rantolo profondo e definitivo. Non sapeva nulla del Bayon, dei sorrisi beffardi tra le crepe, dei rami innervati fino alla sommità dei templi. 
Quand'era bambino, all'epoca della Kampuchea democratica, quello era terreno minato. Ora, invece, i ragazzini con le toppe al sedere e i piedi nudi assalgono i turisti al grido di 'mister bello'.

Ma qui, dal varco che attraversa ogni giorno appena spunta l'alba, dopo una notte insonne trascorsa a scacciare le mosche e le bisce, di stranieri non se ne vedono ancora. 
E' solo suo quel passaggio solitario, senza spettatori. Le lunghe liane si tendono tra le foglie e sfiorano il terriccio umido, abbracciando il diametro degli alberi ad alto fusto, resi rigogliosi dal concime dai cadaveri.

All'alba tutto gli appartiene: il tempo, il silenzio, i passi della bestia. Poi, più tardi, venderà al mondo la sua paccottiglia, un giro a bordo elefante, montata la sella e le bardature in puro stile khmer: quindici dollari all'ora.


(La Cambogia mi è rimasta nel cuore, l'ho visitata due anni fa e non ho più dimenticato i templi nella giungla, il sorriso delle persone, la maestosità di Angkor Wat.  Ho conservato alcune stampe comprate a Siem Reap e una di queste mi ha ispirato la 'fotografia' qui sopra, una cartolina del posto).



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