Melania Petriello: ovvero il potere delle storie e la dilatazione del tempo

 
  
Foto di Antonio Caporaso
 

Melania Petriello, nella lettura psicologica dei semi delle carte, sarebbe una "donna di quadri". Poliedrica, vivace, instancabile: una bella ragazza bionda – giovanissima - che, di leggero, ha solo i “boccoli”, come ama definire lei stessa la sua biondità.
Dentro, è tutta un’altra storia. Anche a Melania - come ho già fatto con altre amiche artiste, poetesse, attrici, scrittrici - dedico questo spazio, che vuol essere soprattutto un saluto, un sussulto nei confronti di chi mette a disposizione il suo talento per resistere.
Melania, nonostante la giovanissima età, ha un curriculum di tutto rispetto; ha, tra l'altro,  pubblicato un importante saggio narrativo (‘Al mio paese’, Edimedia Edizioni) che è stato anche trasferito sulle tavole del Teatro Eliseo. Dalla sua può anche vantare una penna colta e pungente e - per chi la conosce più da vicino - uno sguardo acuto e profondo sulla realtà che la circonda.
Un’acutezza che si paga, in qualche modo, con una diversa maturità, con una profondità di pensiero che non fa sconti. Neppure a se stessi.     
 


Come nasce la passione per la parola scritta?

Dall’amore per quella ascoltata. Sono l’ultima generazione figlia di quella straordinaria tradizione orale-aurale del novecento, fattasi persona col racconto delle donne e dei nostri migranti. Nasce dentro l’esigenza di trovare posto al magma, di trasferirlo, di assistere al miracolo del foglio bianco che si sporca. La parola si fa segno e perde una condizione necessaria quanto terribile, ossia la caducità. Il potere delle storie, la malia dell’affabulazione, il campo della memoria, la dilatazione del tempo che ci è concesso, la croce: questa è scrittura.

 
Essere 'giovani' oggi, tra impegno e disimpegno.

Siamo nati, noi dei ruggenti anni ottanta, sotto l’egida del miracolo tecnologico, del mito della velocità, di quella globalizzazione venduta come moltiplicazione delle opportunità. Questo non ci ha rafforzato, ma reso più esposti, vulnerabili, poveri. Il sogno è diventato veglia, e rischia di essere quella funebre senza una nuova idea di sostenibilità. È impossibile non essere partigiani, ossia scegliere da che parte stare: oggi più che in passato, l’indifferenza non è più conquista. Io credo nelle persone che fanno la differenza e nella forza di chi, ad occhi aperti, può affermare un’alternativa di cultura. “La bellezza salverà il  mondo”: ecco la battaglia. Da disimpegnare, anche ridendo, c’è una certa logica della semplificazione che guarda solo alla pancia. Ci si diverte prima di testa.

Descriviti in due righe.

Twitter vuole educarci alla brevità. È il compromesso necessario. “Giornalista, narratrice, cantastorie. Amate dedizioni sparse: la parola pervicacia, le resistenze culturali, i boccoli biondi”: sono io in 140 caratteri. Aggiungo che amo le persone da come sanno stare a tavola, da quanto condividono, dalla cura. Il cuore batte a sud.
Un'altra bella immagine di Melania. Foto di Antonio Caporaso.

I tuoi lavori e di cosa ti stai occupando adesso.

A quindici anni sapevo già cosa avrei dovuto fare per innamorami ogni giorno del lavoro. Cresciuta nell’odore acre della carta stampata, sono diventata una giornalista facendo scuola nelle redazioni di provincia (Messaggio d’oggi, ndr). Poi felicemente prestata alla comunicazione e alle attività culturali, pur senza smettere un solo giorno di costruire pezzi e storie per i giornali. Mi sono occupata di strategie di comunicazione, elaborazione di contenuti e politiche editoriali presso il Parlamento Europeo, per il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, per l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Repubblica. Nel 2012 ho partorito, con alcuni splendidi colleghi, “Al mio Paese - Sette vizi. Una sola Italia”, saggio narrativo di indagine delle storia italiane alla luce del filtro narrativo dei vizi capitali, con la prefazione di Franco di Mare. Il libro, edito da Edimedia per la collana pensierolento, è diventato uno shortfilm di Valerio Vestoso e poi una bella produzione del Teatro Eliseo di Roma. Quest’anno ho firmato il progetto editoriale della stagione dei grandi teatri di Roma (Eliseo, Argentina, De’ Servi) per la scuola, prodotta da Alt Academy, nella quale ho coordinato la meravigliosa mediapartnership con la redazione di Piazzapulita, i dibattiti in teatro con colleghi e reporter sui temi delle mafie e del terrorismo internazionale, i laboratori di scrittura creativa con Isabella Pedicini e la collaborazione di Fazi Editore, le lectio con Dacia Maraini, Valerio Magrelli e Corrado Formigli, e scritto un reading per giornalisti e artisti sul tema delle manipolazioni per l’immortale Teatro Eliseo, aperto dal direttore di Rai3 Andrea Vianello. In otto anni ho macinato chilometri  e chilometri per l’Italia, tornado sempre alla capitale in cui vivo e dividendomi con la mia Benevento. Ho studiato Lettere e Filosofia alla Sapienza ma, se non avessi iniziato così giovane a lavorare, mi sarei annoiata. Più produco, più sono felice. A settembre riparto da un laboratorio di scrittura sul rapporto tra città e racconto, nell’ambito del Festival Benevento Città Spettacolo, dalla nuova stagione teatrale a Roma con il Teatro Quirino, il Teatro Argentina e il Teatro de’ Servi (per il cartellone “dalla loro parte”, sempre produzione Alt Academy), da un progetto al quale tengo molto – un format di inchieste a teatro scritto a quattro mani con la collega e amica Valentina Petrini, giornalista e inviata di Piazzapulita – e da un nuovo lavoro di scrittura che è una fortissima storia (vera) entrata a penna tesa nella vita.



La copertina di 'Al mio paese', Ed.Edimedia
 
Scrivere per resistere.

Amo di un amore pungente la parola resistenza. Dovremmo abituarci a ridarle sostanza. Oggi, chi non cede alla disaffezione, alla demagogia, all’odio manipolato, all’alienazione dei sogni e alle mafie con la cravatta, è il nuovo resistente. Scrivere è un atto rivoluzionario perché implica tre condizioni essenziali: la fiducia tra la mano che scrive e l’occhio che legge, la libertà, la complessità.

Ancora Melania, col giornalista Franco Di Mare
 
(Per chi volesse seguire Melania più 'da vicino', segnaliamo, qui di seguito, il suo sito internet: http://www.almiopaese.it/melania-petriello/ ).

 

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