Filiere corte

Ci sono luoghi identitari, dove stai bene perché senti intorno a te energie positive. Mi piacerebbe scriverne e lo farò nei prossimi giorni. Intanto, per stasera, ho preparato stoviglie e bicchieri e mi preparo a sentire come si fa a creare una filiera corta, dalla farina al pane. Questo, mentre si mangiano le melanzane di Rocco e il cous cous di Brunella. Eludendo i vari ristoranti, il caos, le file, il nulla degli inutili bla-bla. In nome dell'ambiente, contro gli sversamenti, il cibo che ammala, il consumo inconsapevole. Sarebbe bello che ci fossero molti posti così: già che ne esista qualcuno, come questo, è un miracolo. Posti che vanno sognati, voluti, creati. Dove sia possibile by-passare gli individualismi o almeno ricollocarli nella giusta ottica. Dove il sistema non la fa da padrone. Ve ne parlerò.

Commenti

  1. Ottima iniziativa! Io cerco, per quanto mi è possibile, fare a meno di comprare pizza, pane, uova, ecc.

    RispondiElimina
  2. Se non ricordo male, su Splinder ti dicevi contro ogni forma di omologazione: queste sono le conseguenze che produce. Il 'produci-consuma-crepa' ...

    RispondiElimina
  3. Ricordi bene, e non ho cambiato idea. Oggi la nostra vita è scandita dall'ansia, dalla fretta. Non c'è nemmeno il tempo per commentare…oppi

    RispondiElimina
  4. Hai ragione ... Ci hanno espropriati del tempo!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Due donne [inedito]

Persone

Mia madre, di Doris Lessing